Monsignor Fabiano (all’anagrafe Fabriano) Tortella si è spento nelle prime ore di martedì 26 maggio nella Casa del Clero “San Giuseppe” di Montecchio Emilia, dove risiedeva dal 2003, in seguito all’aggravarsi del suo stato generale di salute.
Era nato il 2 novembre 1923 a San Martino di Guastalla e aveva ricevuto l’ordinazione presbiterale il 15 giugno 1947, diventando uno dei personaggi più caratteristici del clero guastallese, sacerdote tutto d’un pezzo e intraprendente, capace di avviare nuove opere pastorali.
Iniziò a dimostrare le sue attitudini fin dal primo incarico ricevuto in diocesi, quello di vicario cooperatore a Brugneto, dove restò dal 1947 al 1950. Quando il vescovo Zaffrani volle istituire la parrocchia della Bernolda (San Giuseppe Reatino in Novellara), delegò prima come vicario economo e quindi come parroco, fino al 1963, proprio don Tortella. “Don Fabiano ricordava che quando arrivò alla Bernolda «non c’erano né la luce né l’acqua». Ha praticamente fondato una comunità piccola ma davvero bella, che ha portato nel cuore con riconoscenza fino agli ultimi giorni, illuminandosi in volto quando ne parlava: dove esisteva solo l’edificio della chiesa, ha costruito tutte le strutture parrocchiali e la scuola materna”, rammenta monsignor Alberto Nicelli, Vicario generale della Diocesi, che fu successore di don Fabiano come parroco a Gualtieri.
Dal 1963 e fino al 1998 monsignor Tortella fu parroco a Gualtieri, dove ancora una volta diede prova del suo cuore generoso di pastore attento alle esigenze del suo gregge; per 14 anni insegnò Religione nella scuola media e fu rettore della chiesa di Sant’Andrea; in seguito, fu anche cappellano della Casa di riposo (1998-2000) e vi rimase fino al 2003 come collaboratore pastorale.
“A Gualtieri – continua il ricordo del Vicario generale – monsignor Tortella ha dato realmente tutto: non soltanto il suo ministero spirituale, ma anche le sostanze sue e delle propria famiglia, volendo sistemare tutto, dall’oratorio alla scuola dell’infanzia, alla chiesa. Si legò alla sua comunità in maniera molto forte, possiamo dire indissolubile”.
Don Fabiano era un sacerdote metodico: “Si alzava ogni mattina alle 4.30 per la preghiera – continua monsignor Nicelli – e aveva tutti i suoi orari scanditi fino a quando si coricava la sera. Per la benedizione delle famiglie, a cui era fedelissimo, conservava un diario che iniziava il Mercoledì delle Ceneri e si concludeva a Pentecoste, nel quale aveva suddiviso tutto il paese in base alle vie e alle persone da visitare, cosicché da un anno all’altro vi si recava sempre negli stessi giorni. Oggi si direbbe che era un sacerdote un po’ ‘conservatore’, ma di fatto don Fabiano era molto premuroso verso i giovani, i poveri e tutti coloro che bussavano alla sua porta”.
Quando si accorse che le sue forze e la salute venivano meno, don Fabiano chiese di essere ricoverato nella Casa del Clero di Montecchio, della quale fu primo sacerdote ospite, per alcuni anni amorevole cappellano, oltre che importante benefattore.
La salma di monsignor Tortella sarà trasferita nella tarda mattinata di mercoledì 27 maggio nella chiesa Collegiata di Gualtieri, dove alle 18.30 sarà recitato il Rosario di suffragio e a seguire verrà celebrata la santa Messa. Nella stessa chiesa il vescovo Massimo Camisasca presiederà la Messa esequiale – alla quale saranno ammesse non più delle 100 persone certificate in base alle vigenti disposizioni di sicurezza – giovedì 28 maggio alle ore 10.
Don Fabiano sarà sepolto nella tomba di famiglia presso il cimitero di Gualtieri.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!