di Mauro Del Bue
Non sarà come Gesù che resuscitò da morto dopo appena tre giorni. Non sarà come l’uomo della Provvidenza che per rinascere, per poi presto essere impiccato a testa in giù, ci mise più tempo ed ebbe bisogno degli alleati tedeschi. Ma Draghi rinascerà con le prime nebbie dell’autunno. Partiamo dalla crisi. I Cinque stelle avevano già evitato di votare la fiducia sul Dl Aiuti per motivi incomprensibili.
Il termovalorizzatore di Roma era il pretesto più stupido. Non hanno adesso votato la fiducia al governo, dopo un’assemblea ininterrotta di 12 ore che ricorda quelle interminabili e asfissianti sedute studentesche dopo succedeva di tutto e magari si metteva anche in approvazione la rivoluzione. Il povero Conte, più spaesato di un leader universitario, ha cambiato idea più volte sollecitato dai vari Letta e Franceschini.
Costoro insistevano non solo per salvare Draghi ma anche per salvaguardare loro stessi e la loro stramba idea del campo largo, che largo non era mai stato giacché Calenda, Renzi, Bonino e i centristi coi Cinque stelle non erano disposti a bere neppure un caffè. Stupisce, ma fino a un certo punto, la posizione degli esponenti del centro-destra di governo. Costoro volevano un esecutivo senza i Cinque stelle che a seguito del voto di sfiducia (si sono allontanati dall’Aula come poi faranno Lega e Forza Italia) al governo non sarebbero più stati.
Un conto, e il conto era sbagliato, era non ritirare la delegazione dopo un voto di fiducia sul Dl Aiuti, un conto é non ritirarla dopo un voto di fiducia al governo. E dunque cos’altro volevano Salvini e Berlusconi? Sarebbe troppo facile pensar male e cioè supporre che volessero, assieme ai Cinque stelle, lanciare un assist al Cremlino che pure ieri sera ha festeggiato la caduta di Draghi.
“A pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca”, diceva quella volpe di Andreotti. Penso solo che Berlusconi e Salvini abbiano scelto la strada delle elezioni perché convinti di vincerle. Incomprensibile l’asservimento del cavaliere alle posizioni estremiste che già sono costate gli addii della Gelmini e di Brunetta e non finirà qui. Berlusconi sembra imbalsamato e ridotto in Fascina. Avrà capito che quella decisione gli costerà un ulteriore indebolimento del suo partito? Adesso ci si dovrà preparare al voto. Sganciati i resti dei Cinque stelle deve nascere un’ampia concentrazione repubblicana della quale il Pd può essere anche il perno, per forza elettorale più che per intuito politico (quell’inseguire con la bava alla bocca le giravolte nevrotiche di Conte mi sono apparse piuttosto stucchevoli), e che si impegni, se vincerà le elezioni a riproporre il nome di Mario Draghi al presidente Mattarella.
Ho sempre sostenuto su queste pagine che questo sarebbe stato il solo modo per evitare il governo Meloni-Salvini. Prendo atto che adesso questo orientamento s’affaccia in larghi settori del centro-sinistra. Ne sono oltremodo soddisfatto, visto che l’espressione di un pensiero é la sola esercitazione a cui non rinuncio.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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Continuano gli straordinari successi elettorali dell'area riformista liberaldemocratica,che si ostina a schierarsi sempre indissolubilmente nel campo del centrosinistra senza mai beccare nemmeno un consigliere,cosi' come […]