Dazi Usa, Unindustria Reggio: “Negoziare ed evitare guerre tariffarie”

Roberta Anceschi presidente Unindustria Reggio Emilia – URE

Nei giorni scorsi il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato l’ordine esecutivo con cui impone, con effetto immediato, dazi sulle importazioni da tutto il mondo, in particolare su quelle provenienti dai Paesi con politiche commerciali ritenute dalla nuova amministrazione federale “ingiuste” nei confronti degli Usa (ma che in realtà riflettono solo uno squilibrio della bilancia commerciale tra i due Paesi).

Tra questi ci sono anche i Paesi dell’Unione europea, e dunque anche l’Italia, che nei prossimi tempi dovrà fare i conti con un aggravio del 20% applicato ai beni diretti verso gli Stati Uniti.

Per la presidente di Unindustria Reggio Roberta Anceschi “la preoccupazione degli imprenditori reggiani, esportatori per eccellenza, diventa concreta. Il volume dell’export della nostra provincia verso gli Stati Uniti è di 1,5 miliardi di euro e rappresenta l’11,7% dell’export provinciale complessivo. L’introduzione di dazi aggiuntivi rischia quindi di compromettere il nostro accesso a uno dei mercati più importanti a livello globale, con impatti che si estendono ben oltre il singolo comparto industriale, compromettendo la stabilità occupazionale e intere filiere produttive”.

“Non possiamo sottovalutare queste conseguenze per le nostre imprese – ha aggiunto Anceschi – in particolare per quelle di piccole e medie dimensioni che già affrontano quotidianamente difficoltà legate alla concorrenza globale, al caro energia, all’innovazione tecnologica e alla necessità di rimanere competitive in un mercato internazionale in continua evoluzione, con sfide impegnative, come quelle della digitalizzazione e della sostenibilità”.

“Ci aspettiamo dall’Europa una negoziazione costruttiva e linee guide chiare che permettano alle imprese di rivedere le strategie commerciali. È inoltre fondamentale evitare guerre tariffarie che potrebbero generare un’escalation protezionistica pericolosa e che minerebbero la struttura stessa degli scambi e delle produzioni internazionali con profonde ricadute peggiorative sul Pil del nostro Paese. È invece necessaria un’azione forte, che salvaguardi la nostra industria e i nostri collaboratori con investimenti, snellimento della burocrazia e competitività, partendo dalla questione energetica”.

In attesa delle auspicate azioni politiche, secondo Anceschi “le nostre imprese dovranno cercare di differenziare i mercati e mantenere il focus sull’eccellenza e sulla qualità del Made in Italy. Il valore dei prodotti italiani, infatti, non si basa sul prezzo, ma sulla qualità, sulla tradizione e sul know-how, elementi fondamentali che devono essere preservati e, se possibile, ulteriormente migliorati, senza trascurare la competitività.
Servono scelte straordinarie, serve un’Europa unita e una politica commerciale all’altezza: quella di chi, in Italia e in Europa, vuole ancora credere nella forza dell’industria”.



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