La Regione Emilia-Romagna ha stanziato 1,9 milioni di euro nel biennio 2021-2022 per sostenere il lavoro femminile e promuovere misure per la conciliazione dei tempi di vita e lavoro delle donne.
Il bando si muove in due direzioni: da un lato azioni di formazione e consulenza, con l’obiettivo di valorizzare e rafforzare le competenze femminili, in particolare in campo economico-finanziario e nei settori innovativi e ad alta tecnologia, anche con iniziative di coaching da parte delle università; dall’altro, invece, interventi sul fronte del welfare per un’organizzazione più flessibile del mondo del lavoro. Piani di flessibilità aziendale, dunque, ma anche forme di innovazione organizzativa (attraverso la contrattazione territoriale) e un’equa ripartizione delle responsabilità di cura, prevedendo la possibilità di finanziare progetti pilota per servizi aziendali e interaziendali di lavanderia/stireria, disbrigo delle pratiche burocratiche, forme di car pooling e car sharing, spazi di lavoro condivisi o forme di smart working e telelavoro.
Destinatari delle risorse (divise in due tranche da 950mila euro per ciascuna delle due annualità) sono enti locali, associazioni di promozione sociale, organizzazioni di volontariato e onlus. I progetti potranno essere presentati in forma singola e associata, e il finanziamento regionale potrà arrivare a coprire fino all’80% del costo dell’intervento, che dovrà essere terminato entro il 31 dicembre del 2022.
Le domande dovranno essere presentate entro il 9 luglio di quest’anno. Tra gli elementi premianti nella valutazione delle proposte figurano le forme di collaborazioni tra soggetti pubblici e privati come imprese, sindacati e soggetti del privato sociale in una logica di rete.
“Le donne hanno molto sofferto la crisi sociale ed economica innescata dal coronavirus, e questo vale anche per una regione come la nostra da sempre all’avanguardia sia per tassi di occupazione femminile, sia sul fronte del welfare”, ha spiegato l’assessora regionale alle pari opportunità Barbara Lori. La pandemia, infatti, ha colpito in modo drammatico proprio il lavoro femminile: in Emilia-Romagna tra i mesi di marzo e giugno del 2020 su oltre 37mila posizioni dipendenti perse oltre 22mila (pari al 60% del totale) hanno riguardato posti di lavoro occupati da donne.
Con questo provvedimento, ha sottolineato l’assessora Lori, “vogliamo dunque rafforzare il nostro impegno per aiutare le donne a migliorare la loro condizione di lavoro o ad avere la formazione e il supporto per avviare nuove attività attraverso progetti con enti locali e associazioni. Potendo allo stesso tempo contare su una rete di servizi in grado di garantire un’effettiva conciliazione dei tempi di cura e di lavoro: due aspetti strettamente collegati tra loro. Una scelta coerente con gli impegni assunti da questa Regione con il Patto per il lavoro e il clima, ma anche con gli obiettivi alla base del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Per costruire insieme un Paese più inclusivo, equo e competitivo”.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!