La Regione Emilia-Romagna ha stanziato per il 2020 oltre 3,7 milioni di euro da destinare alle aziende sanitarie del territorio per l’attuazione del Piano regionale di contrasto al gioco d’azzardo patologico, che ha l’obiettivo di informare la popolazione sui rischi connessi al gioco d’azzardo (con una particolare attenzione ai più giovani), formare il personale sanitario e sociale e quello dei pubblici esercizi per aiutarli a riconoscere le dipendenze e sostenere una rete per il trattamento integrato che comprenda interventi ambulatoriali e residenziali per i giocatori ludopati.
Con il via libera a due delibere arrivato nei primi giorni di novembre, la giunta regionale ha voluto così rafforzare il sistema di prevenzione e intervento contro la dipendenza patologica nei confronti di scommesse, videolottery, azzardo e tutte le altre forme di giochi con premi in denaro: con un atto ha approvato il nuovo piano regionale, che pur in continuità con i precedenti introduce alcune novità e migliorie, con l’altro ha assegnato alle aziende sanitarie i fondi con una ripartizione basata sulla popolazione residente.
Le risorse sono complessivamente pari a 3.715.076 euro, di cui 2.600.553 euro assegnati ai 38 distretti socio-sanitari dell’Emilia-Romagna e i restanti 1.114.522 euro alle otto aziende sanitarie: 239.290,21 euro per l’Ausl di Piacenza (167.503,15 euro in quota distretti e 71.787,06 euro in quota Ausl), 374.585,88 euro per l’Ausl di Parma (262.210,12 euro per i distretti e 112.375,76 euro per l’azienda sanitaria), 444.356,62 euro per l’Ausl di Reggio (di cui 311.049,63 euro ai distretti e 133.306,99 euro all’Ausl), 585.540,13 euro per l’Ausl di Modena (409.878,09 euro per i distretti e 175.662,04 euro per l’azienda sanitaria), 732.341,71 euro per l’Ausl di Bologna (di cui 512.639,20 euro in quota distretti e 219.702,51 euro in quota Ausl), 111.287,96 euro per l’Ausl di Imola (77.901,57 euro per i distretti e 33.386,39 euro per l’azienda sanitaria), 289.796,16 euro per l’Ausl di Ferrara (di cui 202.857,31 euro per i distretti e 86.938,85 euro per l’Ausl) e infine 937.877,74 euro per l’Ausl della Romagna (656.514,42 euro per i distretti e 281.363,32 euro per l’azienda sanitaria).
Tutte le Ausl della regione hanno delineato un percorso specifico di accoglienza, presa in cura e trattamento degli utenti con disturbo da gioco d’azzardo e loro familiari. La Regione ha anche sottoscritto con i Giocatori Anonimi (un gruppo di auto-mutuo aiuto sul modello degli Alcolisti anonimi) un protocollo di collaborazione: attualmente in Emilia-Romagna sono attivi 12 gruppi di questo tipo distribuiti in tutte le province, con un’età media dei partecipanti che si aggira sui 40 anni.
In totale, nel 2019, sono state 1.724 le persone assistite dai servizi per le dipendenze delle Ausl emiliano-romagnole, con un incremento del 10,3% rispetto all’anno precedente e del 36% rispetto al 2013. La maggioranza dell’utenza è di genere maschile (82%) e di cittadinanza italiana (91%). La classe di età più rappresentata è quella degli ultrasessantacinquenni, con uno specifico problema tra le persone pensionate; a seguire le classi d’età 50-54 anni e 45-49 anni.
Significativi anche i dati emersi dallo studio che l’Ausl di Piacenza ha condotto, su base provinciale, per indagare gli effetti del lockdown sui giocatori d’azzardo: per oltre l’80% degli intervistati c’è stata astinenza completa, senza alcun passaggio al gioco online o illegale, e per più della metà è stato rilevato un aumento del benessere – almeno fino alla riapertura delle slot.
Tra i nuovi aspetti introdotti nell’aggiornamento del piano regionale figurano: il potenziamento dell’Osservatorio regionale sul fenomeno del gioco d’azzardo, così da garantire anche il monitoraggio e la valutazione dei primi risultati del piano a livello regionale; il rafforzamento delle iniziative nelle scuole, in particolare con la formazione di docenti e operatori sul tema del gioco online e offline e del gioco “sano”; nuove iniziative per il consolidamento di una rete competente di trattamento integrato sanitario e sociale, focalizzate sulla valorizzazione dei gruppi di auto-mutuo aiuto e sugli approfondimenti di management clinico.
Per quanto riguarda questi ultimi aspetti, il piano emiliano-romagnolo si pone principalmente due obiettivi: da una parte qualificare ulteriormente la collaborazione tra servizi e i gruppi delle associazioni Giocatori Anonimi e gruppi famigliari “Gam-Anon”, sostenendoli nell’apertura di nuovi gruppi nei territori dove ancora la presenza non è capillare; dall’altra approfondire il lavoro con le unità operative di neurologia per una condivisione di protocolli e check-list sull’associazione significativa tra l’utilizzo di farmaci antiparkinsoniani e disturbo da gioco d’azzardo.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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