La Regione Emilia-Romagna ha destinato 3 milioni di euro di ristori al settore delle discoteche, una delle attività commerciali che hanno maggiormente risentito delle restrizioni introdotte per limitare l’emergenza sanitaria rappresentata dall’epidemia di nuovo coronavirus. La cifra è stata stanziata per sostenere i gestori nell’affrontare il periodo di stop delle attività, in attesa di una possibile futura ripartenza che tuttavia al momento non ha ancora una data precisa.
I ristori regionali per il comparto dell’intrattenimento – che si aggiungono ai fondi nazionali – fanno parte di un “pacchetto” da 40 milioni di euro rivolto a diverse categorie messe in difficoltà dalla pandemia: circa 21,8 milioni sono destinati ai pubblici esercizi (come bar e ristoranti), mentre altri 8 milioni sono destinati a taxi e servizi di noleggio con conducente, maestri di sci, palestre, piscine pubbliche e private, sale cinematografiche, guide turistiche e spettacoli viaggianti.
“Le discoteche non devono chiudere, questa è solo una pausa resa necessaria dalla situazione generale a causa della pandemia. E la Regione rimane, concretamente, al loro fianco”, ha sottolineato l’assessore regionale al turismo Andrea Corsini esprimendo la propria vicinanza ai gestori di un comparto “storico e strategico”.
“Le discoteche dell’Emilia-Romagna sono da sempre una peculiarità della nostra terra, e sono parte integrante della nostra economia turistica. Un vero e proprio esempio di imprenditorialità di successo, che offre lavoro e contribuisce all’economia regionale. Per noi è importante che i gestori riescano a superare questo lungo e doloroso fermo delle attività, in attesa che la pandemia allenti la morsa e si possa riprendere al più presto; io sono fiducioso, voglio pensare che tra pochi mesi torneremo a far ballare l’Italia”.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]