Si chiama “Côté cour / côté jardin” l’opera commissionata all’artista francese Eva Jospin per l’edizione 2021 del Festival Aperto di Reggio. Dopo l’inaugurazione, in programma venerdì 8 ottobre alle 18.30, l’opera occuperà la sala ottagonale del ridotto del teatro Valli di Reggio fino al 14 dicembre, con ingresso libero senza prenotazione negli orari di apertura indicati sul sito della Fondazione I Teatri.
L’opera ha un titolo evocatore: nel linguaggio teatrale, infatti, guardando dalla sala il palcoscenico la corte è la parte destra, il giardino invece è la parte sinistra. L’artista ha immaginato una sorta di dispositivo scenico statico che, collocato al centro dello spazio, crea un movimento centripeto e offre diversi punti di vista a seconda di come si sposta il pubblico.
La dicotomia tra destra e sinistra, corte e giardino, theatron e skené si ritrova nelle due diverse rappresentazioni scenografiche: da un lato la scena di un palazzo colonnato, che ricorda la facciata del teatro stesso, dall’altro una fitta foresta misteriosa; due ambienti che permettono diverse possibilità rappresentative.
Nel repertorio classico, infatti, molte sono le opere teatrali e liriche che si svolgono tra questi due paesaggi: il palazzo, simbolo spesso dell’intera città, è il luogo dove inizia e finisce un’opera, dove si prendono le decisioni, dove l’uomo è padrone del suo destino. La foresta, invece, è il bosco incantato in cui intervengono personaggi magici, regno di misteri e insidie, luogo catartico per eccellenza.
“Côté cour / côté jardin” è un’opera in costante dialettica tra opposti e complementari, a differenti livelli di lettura. Da un lato la razionalità geometrica della prospettiva rinascimentale, a raffigurare il palazzo colonnato con un punto di fuga centrale e un gioco di trompe l’oeil che ricordano il teatro Olimpico di Palladio o la finta prospettiva di Borromini a Palazzo Spada; dall’altro l’emozionalità di una foresta dove tutto può accadere. Ma l’opera di Eva Jospin, sebbene analizzi un dispositivo scenico e interroghi il teatro stesso, resta un’opera d’arte a tutto tondo, perché concepita per essere anche solamente contemplata.
Dal 12 al 14 novembre, inoltre, l’opera sarà animata dalla performance site specific “Eden # uno stato eternamente nascente”, realizzata dal coreografo Michele Di Stefano, con i performer della compagnia MK. Di Stefano ha scelto, per questa creazione, di intercettare il momento misterioso in cui opera e visitatore generano insieme lo spazio. L’incontro sarà intimo e solitario, breve e intenso, e apre a un’altra trasformazione: l’apparizione di una danza a moltiplicare il riverbero di questo rapporto esclusivo, in un faccia a faccia tra due umani costruito sul desiderio di non rinunciare nemmeno per un secondo alla piena immersione nella presenza generatrice del visitatore.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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