Narra archeologia, storia e natura, arte e design, economia, ambiente e tecnologie; e ancora di più coinvolge, interroga, accompagna a guardare il contemporaneo: è il Nuovo Museo di Reggio, nato dall’idea progettuale e artistica e dalla cura allestitiva di Italo Rota, in dialogo con la direzione del museo, i conservatori museali e la città, che ha aperto le sue porte venerdì 11 giugno al Palazzo dei Musei di Reggio.
Con la fotografia di Luigi Ghirri, a cui è dedicato (primo in Italia) uno spazio permanente, e di molti altri maestri di Fotografia Europea, con un’intera e nuova sezione tematica; e poi con tanti altri tesori, dalla Venere di Chiozza alla rarissima ascia dell’Età del rame, dall’Ariosto al Correggio, dall’epopea degli Estensi alla Mappa di Cantino, fino al Primo Tricolore rivoluzionario, alla pittura innovativa di Antonio Fontanesi e al mondo dell’immagine, che contrappunta ogni tematica esposta.
È un archivio dei beni comuni che racchiude e apre tesori, con cura scientifica, forme architettoniche e allestimenti che si adeguano e nello stesso tempo infondono senso interpretativo agli oggetti esposti collegandosi alle collezioni e alle raccolte storiche ospitate al primo piano, interagendo in un’unica narrazione continua, dinamica e aperta alla riflessione del visitatore e all’immaginario collettivo.
Un Nuovo Museo con quattro gallerie disposte a quadrilatero, una superficie di mille metri quadrati e un migliaio di oggetti esposti, dove si procede in due direzioni: verticale, ovvero una narrazione episodica, e orizzontale, vale a dire una “narrazione seriale” sviluppata su più episodi.
“Il museo – ha spiegato Rota – diviene uno spazio dinamico, non più solo una teca espositiva, ma uno stimolo al confronto e anche al giudizio. È un luogo da usare, un luogo che fa, non solo mostra ed espone. Il nostro invito è di usarlo, tutto questo sistema, questa macchina che può portarci lontano. I musei si stanno trasformando in un componimento a più voci, tra memoria, ricerca, scienza, industria, arte e umanesimo, mediato e reso possibile dalla partecipazione personale, per testimoniare la libertà e la responsabilità che il futuro ci invita a considerare ogni giorno, sia come individui sia come collettività. È quasi un dovere usare il passato partendo dalla sua realtà fisica, sperando che un gran numero di persone cominci a studiare e non si accontenti di leggere spiegazioni”.
L’ingresso è libero, ma a numero contingentato. Il Nuovo Museo sarà aperto venerdì 11 giugno dalle 20 alle 22, ma le giornate inaugurali proseguiranno anche nei due weekend successivi: sabato 12 e domenica 13 giugno, e poi ancora venerdì 18, sabato 19 e domenica 20 giugno, sempre dalle 10 alle 22. Per le visite guidate è obbligatoria la prenotazione, che può essere effettuata online oppure telefonando al numero 0522-456816.
Il prossimo passo sarà il completamento del terzo piano, dove nell’ultimo anno alcune classi di scuola primaria hanno vissuto un percorso educativo e pedagogico davvero unico, alimentato e sollecitato dal patrimonio museale nel progetto “Scuola in Museo”: sarà dedicato a naturale e artificiale, all’Antropocene. Si darà inoltre avvio, tra i primi in Italia, al Museo Digitale, in grado di esplorare il mondo dell’arte Nft.
“Invitiamo a visitare e a leggere il Nuovo Museo come uno spazio innovativo e di grande fascino, una reinterpretazione della storia e dell’arte di Reggio in continua osmosi con le collezioni storiche del Palazzo dei Musei e in dialogo con la comunità contemporanea e con il futuro”, ha spiegato il sindaco di Reggio Luca Vecchi: “È un autentico Archivio dei beni comuni in cui nulla si perde e tutto riacquista significato, si lascia comprendere e interpretare nella prospettiva del nostro tempo. È un museo per tutti e di tutti, come lo sono i nostri Musei Civici nel loro insieme: al plurale, perché la pluralità di collezioni e donazioni è alla loro base; civici poiché sono della comunità e di essa parlano. Comunità e innovazione appartengono al modo di essere e di vivere di Reggio. Anni di sperimentazione e ricerca di Italo Rota e dei suoi collaboratori con la città e con i conservatori dei nostri musei hanno colto a pieno questo spirito così unico e distintivo”.
“Il museo riapre in un anno estremamente difficile per tutte le persone, per un’intera città. E apre le porte con una veste nuova e ambiziosa, con la speranza di essere un vero e proprio regalo alla città”, ha aggiunto l’assessora comunale a cultura e pari opportunità Annalisa Rabitti: “Un museo estremamente contemporaneo, che offre uno sguardo aperto invitando il cittadino a riflettere, farsi domande, interrogarsi. Un museo inclusivo, fruibile da tutti e da tutte, leggibile a più livelli, che prova a tracciare un filo rosso fra le varie anime della nostra città e si propone come incontro, come luogo dove stare e dove ritornare, una vera e propria casa della cultura. Di quella cultura che non sta al suo posto”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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