Archiginnasio d’oro a Prodi: ok dal Consiglio comunale. No di FdI, Lega e FI non votano

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Il Consiglio comunale di Bologna ha approvato il conferimento dell’Archiginnasio d’oro, la massima onorificenza culturale cittadina, a Romano Prodi.

La proposta, avanzata dal sindaco Matteo Lepore, ha ottenuto 28 voti favorevoli e 5 contrari, superando così la soglia dei due terzi, necessaria per questo tipo di votazione. Compatto il centrosinistra che sostiene la giunta.

Lega e Forza Italia hanno deciso di non partecipare al voto in polemica con le modalità dell’annuncio del sindaco, mentre voti favorevoli al conferimento sono arrivati da altri consiglieri di opposizione. Gli unici voti contrari sono giunti dal gruppo di Fratelli d’Italia, che, come aveva già annunciato, ha motivato il proprio no con ragioni politiche.

La proposta di riconoscimento, che a breve verrà messa in calendario, arriva, come si legge nelle motivazioni, per “il contributo scientifico nel campo dell’economia, che ha trovato positiva applicazione anche nei diversi incarichi di governo ricoperti; l’instancabile impegno profuso per animare una cultura delle istituzioni fondata sulla attiva partecipazione democratica, la cultura europeista e il profondo amore per la città di Bologna, centro propulsore e destino di tante sue iniziative, crocevia di relazioni, casa e culla di tanti affetti, che dalla sua dedizione generosa ha guadagnato lustro”.

Il sindaco Matteo Lepore è intervenuto in aula, motivando la sua proposta per il riconoscimento. Di seguito il suo intervento.

“Oggi il Consiglio comunale è chiamato ad esprimersi sull’assegnazione dell’Archiginnasio d’oro al Professor Romano Prodi, il maggior riconoscimento – come sappiamo – che la nostra istituzione conferisce a personalità del mondo dell’arte, della cultura e della scienza. Ed è proprio in questo contesto che, come Sindaco, ho voluto proporre a questo Consiglio l’assegnazione dell’Archiginnasio d’oro a Romano Prodi che, nel corso della sua vita, ha dimostrato un impegno straordinario nel campo delle istituzioni, dell’economia e della ricerca scientifica, lasciando un’impronta indelebile nel panorama italiano e internazionale.
Dal suo ruolo di economista presso l’Università di Bologna fino alla presidenza della Commissione Europea, Romano Prodi ha saputo unire con sapienza la teoria economica alla pratica istituzionale, contribuendo in modo significativo allo sviluppo dell’Unione Europea, e del nostro Paese, ricoprendo incarichi prestigiosi come quello di Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro all’Industria e Presidente dell’Iri.

Il contributo scientifico di Romano Prodi si estende anche al campo della ricerca e dell’istruzione, dove ha sostenuto attivamente l’importanza degl’investimenti nella conoscenza e nell’innovazione come motori fondamentali dello sviluppo economico e sociale. Un impegno che da vicino stiamo conoscendo, anche in questi mesi del nostro mandato, sul progetto di Città della Conoscenza, dove il Professor Prodi sta mettendo a disposizione le proprie competenze, le relazioni internazionali, il proprio punto di vista e anche di questo lo voglio ringraziare pubblicamente.

Oggi, più che mai, molte delle analisi e intuizioni di Romano Prodi in campo economico continuano a essere di fondamentale importanza e questo vale per il nostro Pese e per le nostre istituzioni al di là dei nostri incarichi politici.
Il percorso scientifico di Prodi ha radici lontane: dalla sua frequentazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano, dove vinse una borsa di studio per il Collegio Augustinianum. Dopo la laurea in Giurisprudenza con lode e il periodo di studi alla London School of Economics, inizia la carriera accademica a Bologna alla cattedra di Economia Politica a Scienze Politiche, con Beniamino Andreatta.
Seguirono diverse esperienze in altri atenei italiani come Trento e all’estero: ad Harvard come visiting professor, in California allo Stanford Research Institute e all’Istituto di studi internazionali della Brown University alla Johns Hopkins University, che ha una sede come sappiamo nella nostra città.
Romano Prodi ha concentrato i suoi studi e la sua ricerca nell’ambito dell’economia e della politica. Come economista, ha approfondito temi legati alla teoria economica, alla politica economica e allo sviluppo economico. Tutti temi che hanno sempre messo in discussione una fede cieca nello stato e una fede cieca nel mercato e nella sua pratica come nei suoi studi ha sempre cercato di saper mischiare con una attenta cultura e visione, mai eccessiva, sempre molto concreta.

In tutte queste esperienze ha sempre portato con sé Bologna e l’Europa: due punti di riferimento valoriali, culturali, in alcuni casi anche caratteriali – lo hanno reso simpatico a tanti – e certamente cose a noi note, per avere il privilegio di poterlo frequentare anche direttamente, come nostro concittadino.

Come Presidente della Commissione Europea, ha saputo promuovere processi che oggi ci paiono ineludibili, ma che allora rappresentavano effettivamente una forte spinta alla costruzione di un orizzonte di senso per l’Europa stessa e anche per la coesistenza pacifica dei popoli e degli stati. Non a caso il suo impegno è stato massimo per l’integrazione europea, lo ha svolto in molteplici ruoli, sicuramente il suo mandato da Presidente della Commissione Europea, tra il 1999 e il 2004, è quello che ha avuto maggiormente un segno distintivo per il suo percorso istituzionale. In quel ruolo Prodi ha lavorato per rafforzare le istituzioni europee, promuovere la cooperazione tra gli Stati membri e avanzare sull’agenda dell’integrazione europea, allargando i confini dell’Unione Europea, lavorando perché una politica per la Pace, fosse una politica di allargamento, della cooperazione, del commercio internazionale. Allo stesso modo potremmo parlare della politica di coesione, che con Romano Prodi ha raggiunto un importante sviluppo di cui ha beneficiato anche il nostro Paese e la nostra Regione.

Il disegno che Prodi ha promosso come Presidente della Commissione Europea è stato oggetto di numerosi incontri e dibattiti. Arrivava a quel ruolo dopo aver svolto il ruolo di Presidente del Consiglio e di capo di aree politiche, ma si può dire che Bologna abbia vissuto nell’esperienza europea di Romano Prodi, non solo un’esperienza politica e di parte, ma civica e culturale. Bologna ha saputo riconoscere la propria dimensione europea, che già aveva nelle proprie radici laiche, cattoliche, universitarie. Indubbiamente, per le nuove generazioni, l’esperienza che Prodi ha saputo svolgere nell’Unione Europea, ha calato Bologna pienamente nel panorama internazionale e ha saputo generare un percorso di formazione e di crescita per tante persone che hanno potuto svolgere ruoli all’interno delle istituzioni europee, della Regione, delle nostre amministrazioni. Potremmo trovare in tanti Comuni, in tante imprese, in tante associazioni persone che grazie a quel periodo hanno portato l’Europa a Bologna e in Emilia-Romagna e non soltanto in Italia.

Voglio ricordare che sicuramente una delle figure che hanno illuminato il percorso di Romano Prodi e della sua esperienza europea è stata quella di Jacques Delors, uno dei padri della nostra Unione Europea, che usava dire, riguardo alle istituzioni europee tre frasi che, a mio parere, si calano nel ruolo di un sognatore pragmatico che corrisponde alla figura di Romano Prodi: “è la concorrenza che stimola, è la cooperazione che rafforza, è la solidarietà che unisce”. Rappresentano il motto di chi ha voluto scrivere, raccontare e poi realizzare il sogno europeo. Coinvolgendo le persone, dando la possibilità alle istituzioni di incidere nella qualità della vita delle persone e nella riduzione delle disuguaglianze.
Mi piace oggi ricordare quanto il contributo dello stesso Delors sia stato importante per la definizione di politiche per il nostro continente, il nostro Paese e le nostre stesse comunità.

Abbiamo presentato un progetto dedicato ale nostre scuole, Radicalmente adolescenti, che deriva da un percorso di due anni di ascolto con tutti i professionisti del settore e in particolare i ragazzi. Siamo arrivati qui, grazie anche al ripristino delle settimane pedagogiche, promosso dall’assessore Daniele Ara e al contributi di tanti consiglieri comunali che hanno partecipato all’istruttoria sui sistemi educativi 0-18. Nel rapporto Delors, si dava molta attenzione alla scuola e all’educazione, allora si diceva che non è più possibile lasciare fuori dalla scuola i problemi sociali: la povertà, la fame, la violenza e la droga che erano parte della vita degli alunni, mentre fino a qualche momento prima erano lasciate fuori dalle istituzioni scolastiche. La scuola era un luogo di vita, di esperienze e non solo di passaggio verso il mondo del lavoro. Per questo, all’interno di quel rapporto si mettevano in campo politich eper rafforzar ele comunità, le istituzioni, per ridurre le disuguaglianze e ridare protagonismo ai giovani, ai nuovi cittadini europei.

Quella cifra dell’Europa che vogliamo, che non ha necessariamente un colore politico, di parte, ma deve essere un obiettivo comune, quell’Europa che investe sulle nuove generazioni è tuttora la cifra della nostra città e l’ha resa migliore. Anche da questo punto di vista, dobbiamo dire grazie a chi ha saputo servendo le istituzioni guardare alle nuove generazioni. Credo che Romano Prodi abbia rappresentato con onore questo tipo di approccio e abbia consegnato una testimonianza importante alla nostra città.

Una città nella quale ancora vive e spende il suo impegno gratuitamente, non solo dando consigli, anche prendendo posizione, ma rappresentando comunque una delle figure di riferimento che credo tutti dobbiamo apprezzare. Il suo legame con la città è un legame sincero, in tanti ne abbiamo beneficiato, credo che ogni parte politica ne abbia beneficiato. Bologna è stata una città migliore grazie a questo legame che è stato fruttuoso, lungo la via Emilia, che ha incrociato destini personali che si sono fatti impegno collettivo per il bene comune.
Per tutte queste motivazioni e tante altre che mi sembrano auto evidenti, ma non vorrei lasciare implicite, ho voluto proporre questa onorificenza a Romano Prodi, che a livello internazionale ne ha ricevute tante, assieme a tante lauree ad honorem. Credo che il suo legame con la città, oltre ai meriti politici e scientifici, sia il punto su cui dobbiamo riflettere oggi, rispetto a questo voto: il legame che Romano Prodi ha con la nostra città, che rappresenta la sua identità personale, ma sicuramente un motivo di orgoglio e di vanto per tutti noi.
Per questo propongo di votare a favore del conferimento dell’Archiginnasio d’Oro a Romano Prodi, una persona che merita il nostro rispetto, la nostra stima e credo anche il nostro riconoscimento”.