Giovedì 4 novembre alla Collezione Maramotti di Reggio debutterà “La Visita”, progetto site specific di Peeping Tom commissionato e prodotto dalla Fondazione I Teatri di Reggio in collaborazione con la stessa Collezione Maramotti e sostenuto da Max Mara.
Il progetto, vincitore del Fedora – Van Cleef & Arpels Prize for Ballet 2021, che sostiene le eccellenze nelle nuove produzioni di danza internazionale, sarà presentato nell’ambito del Festival Aperto in diverse repliche: giovedì 4 e venerdì 5 novembre alle 20.30, sabato 6 novembre alle 16 e alle 19 e domenica 7 novembre alle 16. I biglietti sono in vendita sul sito dei Teatri e presso la biglietteria del teatro municipale Valli di Reggio; eventuali biglietti ancora disponibili saranno messi in vendita presso la Collezione Maramotti a partire da un’ora prima dello spettacolo.
Da lungo tempo i musei e le gallerie d’arte trovano posto nel lavoro surreale e perturbante di Peeping Tom: la performance “Moeder” (2016), ad esempio, era ambientata in uno spazio che era contemporaneamente un reparto maternità, una camera ardente, uno studio di registrazione e una galleria d’arte, come se la vita fosse esposta alla vista di tutti.
Per gli spazi della Collezione Maramotti la coreografa Gabriela Carrizo si è mossa in direzione contraria, portando la teatralità di Peeping Tom all’interno di una raccolta d’arte contemporanea. I protagonisti di “La Visita”, tra cui anche figure proprie della Collezione, come gli addetti alla sorveglianza e alle pulizie, si muovono nello spazio espositivo ed entrano in relazione con le opere, opere che allo stesso tempo sembrano prendere vita insieme ai personaggi che le abitano.
Gradualmente lo spettatore viene condotto in un mondo parallelo in cui il museo, luogo preposto alla conservazione nel tempo, si confronta con l’effimero e il transitorio: lo spettatore deve quindi accettare la provocazione e la sfida con se stesso, cercando di discernere il reale dal fittizio, l’arte dalla quotidianità.
In questo progetto, ha spiegato la coreografa Carrizo, “nasce ora l’idea di portare i personaggi che sono passati attraverso Moeder o anche attraverso altre opere di Peeping Tom in un nuovo contesto. È come trasferirli in una nuova casa con le loro storie e ricordi, far loro vivere altre vite. Quei personaggi che per molto tempo, a causa della pandemia, sono rimasti in silenzio, fermi o addormentati, ma che rimangono latenti”.
La guardia, sua moglie (la guida della mostra) e le donne delle pulizie “sono personaggi chiave di un museo, silenziosi in un certo senso, al servizio del luogo e dei visitatori, ma anche fantasmi in incognito di cui assistiamo ai loro intimi impulsi. Le opere d’arte che vengono esposte sono, anche loro, testimoni più o meno silenziosi. Sentiamo i loro commenti o lamenti e tutto ci immerge in uno spazio nuovo, come se fossimo testimoni di opere, nuove tracce di vita”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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