Tra le norme del Decreto Riaperture approvato dal consiglio dei ministri ci sono anche alcune novità riguardanti la scuola, che saranno in vigore dal prossimo 26 aprile: nelle regioni in zona gialla e arancione, infatti, la didattica in presenza sarà garantita a una quota di almeno il 70% di studenti e studentesse delle scuole secondarie di secondo grado (scuole superiori) – percentuale che potrà salire, a seconda delle situazioni, fino al 100%.
La novità interessa direttamente anche l’Emilia-Romagna, che proprio dal 26 aprile tornerà in zona gialla: la presenza in aula nelle scuole superiori emiliano-romagnole salirà dunque al 70%, in crescita rispetto alla situazione attuale che prevede in classe non più del 50% degli studenti.
La decisione, assunta congiuntamente da Regione, Ufficio scolastico regionale e prefetture territoriali, è stata quella di adottare per il momento la misura di massima precauzione tra quelle previste dal governo, e di non arrivare fin da subito al 100% di didattica in presenza anche per le superiori, almeno fino a quando i dati relativi all’epidemia di nuovo coronavirus non saranno tali da consentire un diverso orientamento.
I sindacati del mondo dell’istruzione, che giovedì 22 aprile hanno incontrato l’assessore regionale alla scuola Paola Salomoni, hanno chiesto la massima attenzione sul tema della salute dei lavoratori della scuola, ribadendo allo stesso tempo come sia fondamentale far coesistere il ritorno in classe di studenti e studentesse con il rispetto di tutte le norme di sicurezza richieste dalle istituzioni sanitarie.
“Sappiamo che i nostri ragazzi hanno pagato un prezzo altissimo durante questa pandemia”, hanno ricordato gli assessori regionali Salomoni e Donini: “Tutti vorremmo per loro il prima possibile un ritorno alla normalità, che significa tornare a vivere la scuola come tutti l’abbiamo conosciuta, ma abbiamo il dovere di non abbassare la guardia di fronte al virus e garantire la sicurezza di chi la scuola la vive tutti i giorni, cioè alunni e personale, e delle loro famiglie. La nostra è una decisione che si basa prima di tutto sull’andamento dei dati epidemiologici, soprattutto in questa fascia scolare, e che è stata concordata insieme a tutti gli attori del mondo della scuola”.
“Abbiamo deciso di attivare la didattica al 70% in quanto più gestibile in questo momento sotto ogni aspetto”, hanno aggiunto Salomoni e Donini: “A partire da quello sanitario, come il contact tracing, gli screening e gli isolamenti fiduciari, per arrivare al tema del trasporto pubblico, passando per le difficoltà organizzative dei singoli istituti a far convivere la presenza totale con le norme di sicurezza. Naturalmente l’auspicio di tutti è quello che i dati continuino a migliorare; noi continueremo a lavorare per riaprire al più presto le scuole al 100%”.
Nulla cambia, invece, per chi frequenta le scuole primarie e le secondarie di primo grado, così come per chi usufruisce dei servizi educativi per l’infanzia 0-6 anni: in Emilia-Romagna già ora è prevista la presenza al 100% per tutti.
Una novità riguarda invece tutti i docenti (da quelli dei servizi educativi per l’infanzia a quelli delle scuole superiori) coinvolti da un caso Covid: anche se l’insegnante ha svolto la propria attività rispettando le misure di contrasto alla pandemia (il distanziamento e l’utilizzo della mascherina anche in posizione statica), i dipartimenti di sanità pubblica regionale si sono impegnati a effettuare entro 24 ore dalla presa in carico del caso un test molecolare di screening, affinchè il tempo di attesa dell’esito dell’analisi sia ridotto al minimo. In caso di esito negativo, il docente potrà riprendere la regolare attività.
Ultimi commenti
buffon sei il numero uno del pianeta terra
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!