A distanza di qualche settimana dall’inizio dell’emergenza epidemica, la data del 19 marzo segna il primo parto avvenuto al Santa Maria Nuova da madre positiva al Covid-19. Da allora sono in tutto 5 i neonati venuti al mondo da una partoriente che risultava avere contratto il virus, l’ultimo il 21 aprile. I 5 neonati sono stati sottoposti a 2 tamponi faringei alla nascita e a distanza di 48 ore sono tutti risultati negativi.
I dati hanno mostrato che la diffusione dell’infezione da Covid 19 in ambito ostetrico e neonatologico riguarda le donne gravide nella stessa misura che il resto della popolazione e con un pari livello di gravità, in generale piuttosto contenuto. La trasmissione verticale dell’infezione da madre a feto, inoltre, non è stata dimostrata e i neonati contagiati hanno presentato una sintomatologia prevalentemente lieve/moderata.
“Le 5 puerpere presentavano, al momento del parto, una sintomatologia lieve o assente” spiega Giancarlo Gargano, Direttore del Dipartimento Materno-Infantile e della Struttura di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale del Santa Maria Nuova “In 3 casi è stato eseguito un taglio cesareo programmato, reso necessario da motivazioni non collegate all’infezione virale. Ad eccezione della prima nascita, che ha richiesto un ricovero in Terapia Intensiva Neonatale (TIN) per la concomitante prematurità del piccolo, le altre 4 coppie di donne/neonati hanno usufruito della degenza c.d. rooming-in che prevede la vicinanza madre-figlio di giorno e di notte, così i piccoli hanno potuto essere coccolati e accuditi dall’affetto dei neogenitori. Questo è stato reso possibile dalla creazione di una sezione separata per le donne positive al virus e assistite da personale dedicato all’interno della Struttura di Ostetricia del Santa Maria Nuova” conclude Gargano. In questi casi l’allattamento al seno è iniziato da subito, con l’accortezza da parte delle madri di indossare sempre la mascherina chirurgica e rispettare appropriate misure igieniche. Le dimissioni sono avvenute a distanza di qualche giorno dalla nascita, in condizioni di pieno benessere. Le madri sono state affidate al Servizio Igiene Pubblica per i successivi controlli sanitari e i neonati affidati ai Pediatri di libera scelta con una presa in carico precoce e un monitoraggio fatto di telefonate periodiche. Sono state attivate, inoltre, Unità Speciali di Continuità Assistenziale Pediatrica con visite domiciliari svolte dai pediatri ospedalieri provinciali per garantire un decorso neonatale appropriato e sicuro.
Nascere al tempo del Covid-19. L’organizzazione dell’assistenza nei confronti delle gravide e dei neonati in provincia di Reggio Emilia è stata radicalmente modificata con la progressiva e temporanea sospensione dell’attività dei punti nascita di Scandiano, Guastalla e Montecchio che ha indicato l’Arcispedale Santa Maria Nuova quale unico punto nascita provinciale. Per garantire un’assistenza sempre di alto livello e al tempo stesso sicura all’interno dell’ASMN sono stati identificati due percorsi nettamente distinti, uno dei quali esclusivamente dedicato alle donne positive al virus o sospette tali. Questa strategia si è dimostrata fino a oggi molto efficace, consentendo una gestione appropriata dei casi di donne infette o sospette intercettate all’interno del percorso nascita provinciale che raccorda il territorio e l’ospedale.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]