I fatti contestati “hanno di per sé arrecato un vulnus all’immagine della Procura di Reggio Emilia e hanno inevitabilmente generato un serio appannamento” della figura del procuratore Marco Mescolini, “la cui credibilità, in un ambiente piccolo come quello reggiano, è stata fortemente deteriorata”.
Così il plenum del Csm all’unanimità ha disposto il trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale di Mescolini.
All’origine della vicenda l’esposto presentato da quattro pm reggiane, Maria Rita Pantani, Isabella Chiesi, Valentina Salvi e Giulia Stignani, dopo la pubblicazione delle chat tra Mescolini e l’allora consigliere del Csm Luca Palamara, con il primo che insistentemente si informava sull’iter della sua nomina a procuratore di Reggio Emilia. Nel documento le 4 magistrate sostenevano di on essere più nelle condizioni di svolgere il proprio lavoro con la serenità necessaria, dopo la pubblicazione sulla stampa di quelle chat e di articoli che riportavano censure mosse al procuratore da “numerosi esponenti politici e alte figure istituzionali” su “presunte omissioni” nell’attività d’indagine.
“Non credo di fare male il procuratore ma non posso tollerare che si affermi che faccio il magistrato guardando i bianchi o i rossi. Vi chiedo di risparmiarmi questa onta che non merito di essere allontanato sine die come penso non sia mai successo dall’inizio della storia della magistratura su presupposti di questo genere”, aveva detto Mescolini intervenendo durante il plenum che lo ha giudicato.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]