“Le risorse disponibili per una vigilanza capillare non erano sufficienti, ma ero convinto che delle verifiche a campione venissero eseguite: però era solo un mio pensiero, perché non rientrava nella mia competenza verificare che venissero effettivamente eseguite”. E’ quanto ha detto questa mattina nell’aula del Tribunale di Genova il senatore del Pd ed sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio, ascoltato come testimone nell’ambito del maxi-processo per il crollo del ponte Morandi. Delrio è stato infatti anche ministro per le Infrastrutture e i Trasporti dal 2015 al giugno del 2018, prima di Danilo Toninelli e fino a poche settimane prima del drammatico crollo del viadotto sul torrente Polcevera, avvenuto come noto il 14 agosto 2018, provocando 43 morti e 566 sfollati.
Rispondendo alle domande del pm Marco Airoldi, Delrio ha anche detto: “La sicurezza e la manutenzione non solo delle autostrade, ma anche delle ferrovie e delle dighe, sono state sempre obiettivi primari del Ministero e comunque a livello politico non arrivavano rapporti o studi, le interlocuzioni erano tra i settori tecnici. Gli obiettivi strategici, che spettano alla parte politica, si traducono poi in obiettivi operativi che vengono affidati alla struttura tecnica. Come ministro, quindi, non conoscevo le modalità di svolgimento del monitoraggio delle infrastrutture da parte delle concessionarie che interloquivano direttamente con la struttura tecnica”.
Alla domanda dello stesso pubblico ministero se avesse avuto notizia delle interrogazioni parlamentari formulate nel 2015 e nel 2016 (tre, in particolare, erano state presentate dal senatore ligure Maurizio Rossi) Delrio ha risposto dicendo di esserne “venuto a conoscenza solo dopo il crollo perché al Ministero arrivano centinaia di interrogazioni e non a tutte mi viene chiesto di rispondere”. “E comunque – ha aggiunto – devo dire che se anche l’avessi vista prima non l’avrei considerata come un allarme perché la premessa sulle condizioni di sicurezza del ponte era abbastanza generica e l’obiettivo mi pare fosse stimolare le realizzazione della Gronda per il potenziamento della viabilità in quello che è un nodo strategico”.
Concetto poi ribadito dal senatore del Pd nel corso del controesame: “Il senatore Rossi è venuto varie volte nel mio ufficio per sollecitarmi la realizzazione della Gronda il cui iter, come in questa città tutti sanno meglio di bene, è stato molto lungo e c’era molta attesa per quest’opera”.
L’ex sindaco di Reggio Emilia era arrivato questa mattina in tribunale in compagnia del consigliere regionale del Pd Pippo Rossetti. “Parlerò in aula”, si era limitato a dire ai giornalisti. Dopo Delrio, il 10 luglio, sarà ascoltato anche un altro ex ministro delle infrastrutture, Antonio Di Pietro. Nello stesso giorno sarà interrogato l’ex senatore ed editore di Primocanale Maurizio Rossi.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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