Crisi La Perla, a Bologna sit-in delle lavoratrici per chiedere gli ammortizzatori sociali

sit-in lavoratrici La Perla a Bologna con Giuseppe Conte M5S

Giovedì 6 febbraio le maestranze della storica azienda bolognese di intimo La Perla hanno organizzato un sit-in davanti allo stabilimento di via Mattei, a Bologna, per chiedere ammortizzatori sociali – concessi finora a circa 200 lavoratrici che si occupavano della produzione – anche per le circa 50 lavoratrici assunte da La Perla Management e La Perla Italia, due aziende del gruppo in amministrazione giudiziale. Per una quarantina di loro la cassa integrazione per cessazione è scaduta lo scorso 25 gennaio, mentre per un’altra decina di lavoratrici della rete dei negozi la fine della cassa integrazione  è già prevista per il prossimo 10 aprile.

Il tutto in attesa che si concretizzi la cessione dell’azienda, oggetto del bando di gara aperto fino al 10 febbraio per raccogliere le manifestazioni di interesse per una vendita unica che tenga insieme marchio e produzione, salvaguardando la sede dello stabilimento bolognese.

Al sit-in hanno partecipato anche il sindaco di Bologna Matteo Lepore, con la fascia tricolore; il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte; il segretario del Pd Emilia-Romagna Luigi Tosiani e la segretaria del Pd di Bologna Federica Mazzoni.

Anche l’assessore al lavoro della Regione Emilia-Romagna Giovanni Paglia ha voluto esprimere “massima solidarietà e sostegno da parte della Regione” alle lavoratrici: “Non c’è soluzione diversa da un progetto che tenga insieme la piena continuità occupazionale e la tutela degli asset, con il mantenimento della produzione sul territorio. Siamo a fianco delle lavoratrici di La Perla, che anche oggi hanno manifestato in difesa della continuità produttiva di un marchio importantissimo del made In Italy, un pezzo di storia della moda italiana con una tradizione di oltre 70 anni”.

“Ribadiamo”, ha aggiunto l’assessore Paglia, “che non c’è soluzione diversa da un progetto che tenga insieme la piena continuità occupazionale e la tutela degli asset, col mantenimento della produzione sul territorio. È quindi indispensabile che tutti i livelli istituzionali lavorino insieme per garantire che nessuna dipendente sia esclusa dal sostegno degli ammortizzatori sociali, se necessario intervenendo anche sul piano normativo. Porterò questa richiesta anche al tavolo sulla moda convocato presso il Ministero del lavoro”.

 



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