Con una crescita del 26,5% in nove anni, le imprese straniere della provincia di Reggio Emilia sono passate dalle 6.483 del giugno 2011 alle attuali 8.201.
In controtendenza rispetto all’imprenditoria non straniera – in flessione dell’11,1%, considerando anche in questo caso il trend registrato negli ultimi nove anni – la componente estera nell’ambito delle imprese reggiane ha raggiunto così un’incidenza percentuale del 15,2%.
Con il dato di giugno 2019, il nostro territorio, secondo l’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio su dati Infocamere, conferma il suo primato regionale (la seconda provincia dell’Emilia-Romagna è Bologna con una quota del 12,3%) e la quinta posizione a livello nazionale nella graduatoria delle province con la più alta concentrazione di imprese guidate da stranieri: la media italiana si ferma al 10%.
A guidare la graduatoria dei comparti con la più alta presenza di attività condotte da stranieri è l’edilizia che, con 3.786 aziende, rappresenta il 46,2% del totale, pur continuando a registrare, anche se contenuti, andamenti negativi: rispetto a giugno 2018, il calo osservato in un anno è stato dello 0,4% (-14 unità). Con il segno “meno” anche le imprese manifatturiere che, in un anno, sono passate da 1.211 a 1.200 (-0,9%); concorre alla contrazione del settore la tendenza del comparto relativo all’industria tessile e alla confezione di articoli di abbigliamento (-2,4%), in cui le 683 realtà guidate da stranieri valgono oltre il 50% della presenza nella manifattura.
Alla luce di queste lievi flessioni, l’incremento registrato in provincia di Reggio Emilia dalle attività condotte da imprenditori nati fuori dall’Italia è allora tutto da imputare ai servizi, comparto nel quale operano, a fine giugno 2019, 2.892 aziende straniere (il 35,6% del totale), cresciute di ben 113 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno passato (+ 4,1%).
L’andamento positivo del terziario deriva, in larga misura, dall’incremento registrato dal commercio e dai pubblici esercizi. Circa due imprese straniere dei servizi su tre svolgono attività in questi settori, con una presenza che, in un anno, è aumentata, rispettivamente, del 3,7% (nel commercio le aziende sono passate da 1.228 a 1.274) e del 3,1% (le unità presenti nelle attività di alloggio e ristorazione sono salite da 545 a 562).
Fra le attività del terziario – in cui opera il 12,9% delle imprese “straniere” presenti in provincia di Reggio Emilia – hanno registrato un incremento ancora più rilevante le altre attività dei servizi che, con una crescita del 3,9%, hanno raggiunto le 1.056 unità. In particolare, sono passate dalle 371 del giugno 2018 alle attuali 407 (+9,7%) le imprese impegnate nei servizi rivolti alla persona; in aumento anche le aziende gestite da stranieri che svolgono attività di servizi alle imprese, che hanno raggiunto le 649 unità (+2,2%), grazie soprattutto all’aumento registrato dalle attività di trasporti e magazzinaggio (da 116 a 123, +6%).
Tra i Paesi di provenienza degli imprenditori stranieri (con riferimento alle sole 6.616 imprese individuali, le uniche per cui è possibile associare la nazionalità al titolare), quello più rappresentato è la Cina, con 1.035 imprese individuali esistenti in provincia di Reggio Emilia a fine giugno 2019. Seguono poi diversi Paesi Extra-UE che contano un numero rilevante di imprese individuali: Tunisia (860), Egitto (758), Albania (738), Marocco (737), Nigeria (376) e Pakistan (339). Il primo Paese comunitario è la Romania che, con 275 imprese individuali, si colloca sull’ottavo gradino della graduatoria dei Paesi maggiormente rappresentati fra le imprese straniere reggiane.
Reggio Emilia terra di #lavoro. Per tutti. A chi dice che “gli #stranieri ci rubano il lavoro” possiamo dire che, a Reggio Emilia, gli stranieri il lavoro lo creano. pic.twitter.com/iLkAnSW0DR
— Daniele Marchi (@dnmarchi) August 14, 2019
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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