La terza riunione di giugno della cabina di regia tra Ministero della salute, Istituto superiore di sanità e Regioni/Province autonome, convocata come di consueto per fare il punto della situazione sullo stato dell’epidemia di nuovo coronavirus in Italia, ha certificato la ripresa della curva pandemica, anche se con numeri ancora non preoccupanti.
Secondo i calcoli del ministero e della Protezione civile, nel periodo preso in esame (quello dal 25 maggio al 7 giugno) il valore dell’indice di trasmissibilità medio dell’infezione da virus Sars-Cov-2 – calcolato sui casi sintomatici – è risalito passando da quota 0,75 a 0,83 (range 0,73 – 1,18): rimanendo sì al di sotto della cosiddetta “soglia epidemica” (Rt = 1), il valore che separa convenzionalmente una situazione di epidemia in avanzamento (quando Rt è maggiore di 1) da una situazione di epidemia in regressione (quando Rt è inferiore a 1), ma con il limite superiore del range che invece oltrepassa tale soglia.
In aumento anche l’Rt ospedaliero, ovvero l’indice di trasmissibilità calcolato sui casi di pazienti con Covid-19 che necessitano di ricovero ospedaliero, il cui valore è passato da 0,80 a 0,95 (range 0,91 – 1,00), restando anch’esso al di sotto della soglia epidemica ma con il limite superiore dell’intervallo esattamente pari a tale soglia.
È in risalita, nel frattempo, anche l’incidenza settimanale dei contagi: negli ultimi sette giorni presi in considerazione il valore dell’indicatore è aumentato da 222 a 310 nuovi casi di positività ogni centomila abitanti. Un valore che rimane per la trentatreesima settimana consecutiva al di sopra della soglia di attenzione di cinquanta nuovi casi ogni centomila abitanti, ben distante dunque da quella che secondo le indicazioni dell’ormai disciolto Comitato tecnico-scientifico consentirebbe – se non fosse oltrepassata – il miglior controllo possibile della circolazione del virus grazie a un efficiente contenimento (identificazione dei casi + tracciamento dei relativi contatti).
Sono sostanzialmente stabili, almeno per il momento, i numeri riferiti alla pressione sulle strutture ospedaliere: stando alla rilevazione del Ministero della salute, infatti, il tasso di occupazione di posti letto nei reparti di terapia intensiva da parte di pazienti positivi è sceso leggermente a livello nazionale, passando dal 2% del 9 giugno scorso all’1,9% del 16 giugno; nello stesso intervallo di tempo è invece lievemente aumentato il tasso di occupazione di posti letto in area medica, passato dal 6,6% del 9 giugno al 6,7% del 16 giugno.
Per quanto riguarda la classificazione del rischio epidemico, secondo l’ultimo monitoraggio 14 regioni e province autonome sono considerate “a rischio moderato”, e altre sei sono ritenute “a rischio alto” per la presenza di molteplici allerte di resilienza; solo una regione, al momento, è classificata “a rischio basso”.
A livello nazionale è rimasta stabile (al 10%) la percentuale dei nuovi casi di positività rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti, mentre è aumentata (dal 42% al 44%) la quota di persone contagiate individuate attraverso la comparsa dei sintomi; in diminuzione, invece, la percentuale (dal 49% al 47%) dei nuovi casi diagnosticati attraverso le attività di screening.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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