È stata foriera di buone notizie la prima riunione di giugno della cabina di regia tra Ministero della salute, Istituto superiore di sanità e Regioni/Province autonome, convocata come di consueto per fare il punto della situazione sullo stato dell’epidemia di nuovo coronavirus in Italia.
Secondo i calcoli del ministero e della Protezione civile, il valore dell’indice di trasmissibilità medio dell’infezione da virus Sars-Cov-2 – calcolato sui casi sintomatici – è sceso a quota 0,82 (range 0,76 – 0,88), rimanendo dunque ben al di sotto della cosiddetta “soglia epidemica” (Rt = 1), il valore che separa convenzionalmente una situazione di epidemia in avanzamento (quando Rt è maggiore di 1) da una situazione di epidemia in regressione (quando Rt è inferiore a 1).
In leggera diminuzione anche l’Rt ospedaliero, ovvero l’indice di trasmissibilità calcolato sui casi di pazienti con Covid-19 che necessitano di ricovero ospedaliero, il cui valore è diminuito da 0,83 a 0,78, anch’esso al di sotto della soglia epidemica.
Prosegue, inoltre, il trend al ribasso dell’incidenza settimanale dei contagi: negli ultimi sette giorni presi in considerazione è passata da 261 a 207 nuovi casi di positività ogni centomila abitanti. Un valore che rimane comunque per la trentunesima settimana consecutiva al di sopra della soglia di attenzione di cinquanta nuovi casi ogni centomila abitanti, quella che secondo il Comitato tecnico-scientifico consentirebbe – se non fosse oltrepassata – il miglior controllo possibile della circolazione del virus grazie a un efficiente contenimento (identificazione dei casi + tracciamento dei relativi contatti).
Restano confortanti, in ogni caso, i numeri riferiti alla pressione sulle strutture ospedaliere: il tasso di occupazione di posti letto nei reparti di terapia intensiva a livello nazionale è sceso dal 2,6% del 26 maggio al 2,3% del 2 giugno; nello stesso intervallo di tempo è diminuito nettamente anche il tasso di occupazione di posti letto in area medica, passato dal 9% del 26 maggio al 7,1% attuale.
Per quanto riguarda la classificazione del rischio epidemico, secondo l’ultimo monitoraggio due regioni sono considerate “a rischio moderato”, mentre le restanti 19 regioni e province autonome sono classificate “a rischio basso”. Sono quattro le regioni che hanno riportato almeno una singola allerta di resilienza, mentre sono due quelle che hanno registrato molteplici allerte.
È leggermente diminuita (dal 13% all’11%) la percentuale dei nuovi casi di positività rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti, così come la quota (dal 44% al 42%) di persone contagiate individuate attraverso la comparsa dei sintomi; in aumento, invece, la percentuale (dal 44% al 46%) dei nuovi casi diagnosticati attraverso le attività di screening.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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