La seconda riunione di giugno della cabina di regia tra Ministero della salute, Istituto superiore di sanità e Regioni/Province autonome, convocata come di consueto per fare il punto della situazione sullo stato dell’epidemia di nuovo coronavirus in Italia, ha confermato le buone notizie emerse dalle rilevazioni precedenti.
Secondo i calcoli del ministero e della Protezione civile, il valore dell’indice di trasmissibilità medio dell’infezione da virus Sars-Cov-2 – calcolato sui casi sintomatici – è sceso ulteriormente, passando da quota 0,82 a 0,75 (range 0,72 – 0,82) e rimanendo dunque abbondantemente al di sotto della cosiddetta “soglia epidemica” (Rt = 1), il valore che separa convenzionalmente una situazione di epidemia in avanzamento (quando Rt è maggiore di 1) da una situazione di epidemia in regressione (quando Rt è inferiore a 1).
In leggerissima risalita, invece, l’Rt ospedaliero, ovvero l’indice di trasmissibilità calcolato sui casi di pazienti con Covid-19 che necessitano di ricovero ospedaliero, il cui valore è passato da 0,78 a 0,80 (range 0,77 – 0,85), restando comunque anch’esso al di sotto della soglia epidemica.
Si è interrotto, nel frattempo, il trend al ribasso dell’incidenza settimanale dei contagi: negli ultimi sette giorni presi in considerazione il valore dell’indicatore è leggermente risalito, passando da 207 a 222 nuovi casi di positività ogni centomila abitanti. Un valore che rimane per la trentaduesima settimana consecutiva al di sopra della soglia di attenzione di cinquanta nuovi casi ogni centomila abitanti, quella che secondo le indicazioni dell’ormai disciolto Comitato tecnico-scientifico consentirebbe – se non fosse oltrepassata – il miglior controllo possibile della circolazione del virus grazie a un efficiente contenimento (identificazione dei casi + tracciamento dei relativi contatti).
Restano lontani dal destare qualsiasi preoccupazione, in ogni caso, i numeri riferiti alla pressione sulle strutture ospedaliere: stando alla rilevazione del Ministero della salute, infatti, il tasso di occupazione di posti letto nei reparti di terapia intensiva da parte di pazienti positivi è sceso a livello nazionale dal 2,3% del 2 giugno al 2% del 9 giugno; nello stesso intervallo di tempo è diminuito anche il tasso di occupazione di posti letto in area medica, passato dal 7,1% del 2 giugno al 6,6%.
Per quanto riguarda la classificazione del rischio epidemico, secondo l’ultimo monitoraggio due regioni sono considerate “a rischio moderato” per la presenza di molteplici allerte di resilienza, mentre le restanti 19 regioni e province autonome sono classificate “a rischio basso”. Sono tredici le regioni e le province autonome che hanno riportato almeno una singola allerta di resilienza, mentre sono due quelle che hanno registrato molteplici allerte.
È leggermente diminuita (dall’11% al 10%) la percentuale dei nuovi casi di positività rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti, mentre è rimasta stabile (al 42%) la quota percentuale di persone contagiate individuate attraverso la comparsa dei sintomi; in aumento, invece, la percentuale (dal 46% al 49%) dei nuovi casi diagnosticati attraverso le attività di screening.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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