I dati complessivi – già diffusi e commentati dalla Camera di Commercio – riguardanti il valore aggiunto generato nel 2020 dalle imprese reggiane parlano di un -9,1%, ma gli effetti della pandemia appaiono molto diversificati e toccano altri aspetti dell’organizzazione delle aziende.
Su questi si concentra la nuova analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio sui dati dell’indagine congiunturale del sistema camerale che ha effettuato un particolare focus sulla pandemia.
Proprio da questa emerge che per il 44% delle imprese manifatturiere della provincia di Reggio Emilia l’emergenza sanitaria non ha avuto alcun impatto sulla produzione o sull’attività dell’azienda, mentre per la restante quota si sono resi necessarie modifiche sulla struttura organizzativa, sulle modalità di approvvigionamento e produzione, riduzioni di attività e, in qualche caso, cambiamenti più radicali sulla produzione – riconversione o cambiamento dell’attività -, che hanno toccato il 3% delle aziende.
Relativamente all’impatto del Covid-19 sulla catena di fornitura delle aziende, circa la metà delle imprese ha registrato, in modo particolare, un rallentamento al quale ha sopperito con la sostituzione dei fornitori per poter proseguire l’attività, oppure ha risolto i problemi di approvvigionamento producendo in proprio (22%).
Quasi tre imprese su dieci non hanno modificato le modalità di lavoro in azienda, mentre per far fronte alle problematiche legate all’emergenza sanitaria più della metà (il 54%) ha usufruito di ammortizzatori sociali quali la Cassa Integrazione o ha fatto ricorso ad altri strumenti come, ad esempio, lo smart working o altre modalità di sostegno d’emergenza; il 12% ha scelto di non rinnovare i contratti in scadenza, a maggior ragione in presenza del divieto di licenziamento stabilito dal Governo, mentre in altri casi sono state posticipate o cancellate le assunzioni previste.
Quanto alle ripercussioni del Covid-19 sul fatturato delle imprese della provincia di Reggio Emilia emerge che per il 22% delle aziende questo non ha subito variazioni, mentre per il 13% è risultato in aumento. Il 65% delle imprese attive intervistate, invece, ha registrato diminuzioni che, in un caso su tre, hanno superato il 20% del fatturato totale.
Una maggiore resilienza hanno dimostrato le imprese esportatrici. Il 10% delle aziende che intrattengono rapporti commerciali oltre frontiera, infatti, ha osservato un incremento del proprio fatturato estero e, nel 3% dei casi, l’aumento è stato superiore al 20% rispetto a quello pre-covid. Quattro aziende su dieci, al contrario, hanno riscontrato una flessione del fatturato estero.
Analogo discorso può essere fatto in riferimento agli ordinativi: due imprese su tre hanno osservato una diminuzione degli ordini che, nel 27% dei casi, ha superato il 20%; fra le imprese esportatrici, invece, la diminuzione degli ordini dall’estero ha coinvolto il 39% delle aziende, mentre per il 50% i valori sono rimasti immutati e l’11% delle imprese esportatrici ha registrato un incremento.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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