“C’è un drammatico problema di sostenibilità economica e, al tempo stesso, un’emergenza che riguarda il disagio sociale e la mancata azione di prevenzione sulla salute che in tanta parte si collega proprio a quelle attività motorie che la pandemia ha fortemente ridotto e che molte strutture sportive rischiano di non poter più sostenere”.
E’ questo il grido d’allarme che viene da Confcooperative, secondo la quale “sono del tutto sottovalutate le conseguenze economiche e sociali di quanto sta accadendo all’interno delle realtà sportive (piscine e palestre, in particolare), dove sono soprattutto il privato e le realtà periferiche a pagare le conseguenze della micidiale combinazione tra riduzione dell’attività ed esplosione della bolletta energetica”.
“Chi non ha accesso al teleriscaldamento, che comunque ha fatto segnare aumenti superiori al 50% – spiega Marcello Campani, vicepresidente del settore sport, cultura e turismo di Confcooperative e della cooperativa Heron – ha registrato aumenti ben più rilevanti per riscaldare le strutture e renderle accessibili, con aggravi insostenibili per gli impianti privati dotati di piscine”.
“La situazione – sottolinea al proposito Andrea Bagnacani, responsabile amministrativo della cooperativa Eden benessere e membro del Consiglio provinciale di Confcooperative – è molto grave per tutti i gestori di strutture pubbliche, ma è addirittura a rischio chiusura per le realtà private, che non possono “restituire le chiavi” ai Comuni o chiedere adeguamenti delle convenzioni”.
“Nel nostro caso – prosegue Bagnacani – il costo per il riscaldamento, che include le piscine dedicate anche al recupero funzionale, è più che triplicato con la bolletta di dicembre (oltre 10.000 euro), associandosi ad un aumento di oltre il 50% dell’energia elettrica e ad una contrazione del 60% di quanti abitualmente frequentano i nostri impianti”.
“Questa micidiale combinazione tra riduzione dell’attività legata alla diffusione della pandemia e rincari dell’energia senza precedenti – osserva Marcello Campani, che è componente il Consiglio di presidenza di Confcooperative – avviene in presenza di ristori assolutamente marginali sull’energia e nella totale assenza di ammortizzatori sociali che consentano, quantomeno, di ridurre i costi del personale senza ricorrere a interruzioni del rapporto di lavoro”.
“E’ a maggior ragione grave – prosegue l’esponente di Confcooperative – che di questa situazione sfuggano anche i risvolti sociali e sanitari, perché è evidente che la riduzione o la cessazione di attività legate ad imprese e associazioni sportive non farebbe altro che accrescere il disagio sociale (soprattutto a carico dei bambini, dei giovani e degli anziani, ancor più confinati nelle loro abitazioni) e la forte contrazione di quelle attività motorie che non sono solo fonte di benessere per le persone, ma essenziali per la salute e la prevenzione di molte patologie legate alla sedentarietà”.
“Per questo – conclude Marcello Campani – chiediamo interventi immediati e a largo raggio che consentano di ridurre le tante e diverse criticità che si stanno registrando sul piano economico, occupazionale e socio-sanitario e, al tempo stesso, che si tenga conto che i problemi sono diffusi e riguardano tanto le strutture pubbliche quanto quelle private”.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]