“In Emilia-Romagna l’incidenza dei casi è particolarmente bassa, 58 casi per 100mila abitanti (il limite è 50 per tre settimane), siamo vicini ai numeri da zona bianca. Anche i ricoveri collegati al virus sono in forte calo: quelli ordinari arrivano al 16 per cento rispetto ai posti disponibili (il livello di guardia è del 40 per cento), mentre quelli in terapia intensiva arrivano invece al 21 per cento (il livello di guardia è fissato al 30 per cento)”.
Informativa dell’assessore Raffaele Donini in commissione Politiche per la salute e politiche sociali (presieduta da Ottavia Soncini), in congiunta con la commissione Politiche economiche (presieduta da Manuela Rontini), sul programma regionale di attuazione del piano nazionale vaccinale anti Covid e sulla programmazione delle vaccinazioni nei luoghi di lavoro.
L’assessore ha poi spiegato che “in Emilia-Romagna le vaccinazioni sono arrivate, dati aggiornati a ieri sera, a 2.196.984 (728.522 persone hanno già ricevuto la seconda dose), in regione è stato somministrato il 94,6 per cento delle dosi ricevute, siamo tra le regioni più attive, a breve circa il 50 per cento della popolazione avrà una percentuale di immunizzazione (perché ha già contratto il virus o perché vaccinata)”. Donini ha poi riferito che le persone anziane e quelle con fragilità “sono già oggi tutte sostanzialmente immunizzate”. Ha anche comunicato che le persone tra i 40 e i 54 anni d’età che hanno già effettuato la prenotazione “verranno vaccinate, secondo le previsioni, tra giugno e luglio”. Nelle prossime settimane, ha concluso, “verranno vaccinati anche i lavoratori del comparto del turismo”.
Infine, sul tema vaccinazioni sui posti di lavoro, Donini ha riferito che “le linee di indirizzo nazionali verranno approvate tra oggi e domani, l’Emilia-Romagna è già pronta, l’obiettivo è quello di concentrare le vaccinazioni in pochi centri (per effettuare in ogni sede circa 500 vaccinazioni al giorno), che dovranno restare attivi per almeno due mesi e rivolgersi a più aziende (e anche al territorio di riferimento), noi ci occuperemo di fornire i vaccini a queste strutture”.
L’assessore ha poi diffuso un video nel quale il fisico Roberto Battiston conferma la costante e consistente diminuzione, nell’ultimo mese e mezzo, di positivi in Emilia-Romagna, anche dopo le riaperture del 26 aprile. Il professore ha messo in correlazione la discesa dei positivi (e quindi dei morti e delle ospedalizzazioni) con la diffusione delle vaccinazioni, rilevando che tra circa due, tre settimane i numeri saranno vicini allo zero.
Ampio il dibattito dopo l’informativa. La presidente Rontini ha chiesto, in previsione della stagione turistica, di vaccinare gli operatori della filiera, a partire da chi ha contatti stretti con le persone come i bagnini o impersonale del salvataggio. Poi ha chiesto all’assessore se il limite di un centro vaccinale, per le aziende, in ogni provincia sia tassativo e quante vaccinazioni sono state eseguite negli ultimi 45 giorni, considerato che tra maggio e giugno sono attese 1,8 milioni di dosi che dovrebbero portare alla copertura del 90% della popolazione emiliano-romagnola.
Daniele Marchetti (Lega) ha ritenuto positiva la “riduzione delle ospedalizzazioni, un dato che potrà portare a un cambio degli indici per le restrizioni. Con l’accelerazione e il cambio di passo del generale Figliuolo si sono raggiunte le fasce più basse di età, come quella 40-49. Restano, però, alcune criticità tra cui il portale della Regione per le prenotazioni. La fascia 50-54 anni ha vissuto momenti di caos a causa della poca chiarezza sul fatto di rivolgersi al medico di base o al portale regionale per prenotare il vaccino. Attenzione, infine, alle disparità, come ad esempio i caregiver: quelli contattati dalle Asl hanno avuto tempi più veloci di chi lo ha fatto sul portale. Confusione anche sui conviventi dei fragili under 16”.
Valentina Stragliati (Lega) ha ricordato che la Lega “è stata la prima a sollecitare la Giunta per i protocolli con le imprese sui vaccini nelle aziende. C’è, secondo l’assessore Donini, il limite minimo di 500 vaccini al giorno per ogni hub con apertura di 2 o 3 mesi e i lavoratori delle aziende più piccole dovranno andare in altre aziende o negli hub, dalle 20 in poi. Così, però, cade l’ipotesi dei vaccini sul luogo di lavoro. Le imprese erano disponibili ai luoghi di lavoro per fare i vaccini accogliendo medici e creando hub nelle aziende. I costi dei medici, inoltre, ricadranno sulle aziende: ma se i lavoratori devono andare negli hub pubblici allora i costi per le imprese dovranno abbattersi o annullarsi”.
Secondo Silvia Zamboni (Europa Verde), che ha fatto i complimenti alla macchina sanitaria regionale, “va data la possibilità di vaccinarsi per chi fa parte dei servizi funerari, una categoria sensibile”. La consigliera ha poi posto il tema dell’assistenza post-Covid a chi si è ammalato, chiedendo un maggior impiego della medicina preventiva per “evitare guai maggiori”.
Ha sottolineato l’ottima organizzazione della Regione, la consigliera Stefania Bondavalli (Bonaccini Presidente) “un lavoro che va riconosciuto. La responsabilità di imprese pe ri-vaccini in azienda va colta. Ma quando si partirà? Sulle fasce anagrafiche, c’è stata un’accelerazione con i 40-49enni, ma la preoccupazione riguarda diversi lavoratori che sono già stati vaccinati. Il rischio è una riduzione della platea di chi si deve vaccinare. Inoltre, sollecito un chiarimento sui luoghi di vaccinazione per chi sarà in vacanza e deve fare ad esempio la seconda dose”.
Valentina Castaldini (Forza Italia) ha sottolineato che la relazione tecnica “cambierà i nostri interventi perché il quadro è cambiato. L’Emilia-Romagna dovrà essere veloce”. Le criticità restano, come quella che riguarda “i bimbi con disabilità che non possono permettersi di avere genitori ricoverati. E sono da vaccinare gli studenti di Medicina e delle professioni sanitarie. A scuola, poi, c’è qualcuno che ancora aspetta dosi. Donini chiarisca anche la posizione del personale dei centri estivi, che è equiparato a quello della scuola”. Infine, il turismo: “Quando un turista prenota, molti chiedono di vaccinarsi in vacanza o di poter fare il richiamo. Che possibilità ci sono?”.
La consigliera Palma Costi (Partito Democratico) ha evidenziato che il problema non è la buona organizzazione “ma il numero dei vaccini che saranno disponibili. Ad oggi, si sono oltre 2,2 milioni di vaccinati. Quanti vaccini – anche se questo dipende dal Governo – servono per arrivare entro due o tre mesi a immunizzare i cittadini emiliano-romagnoli?”.
I maturandi sono stati al centro dell’intervento di Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle). La consigliera ha ricordato che “il Lazio ha già scelto e si sta attrezzando. L’iniziativa ha avuto un largo consenso di genitori e presidi. Si può replicare in Emilia-Romagna, considerato che gli studenti saranno tutti in presenza all’esame di maturità?”
Per Matteo Rancan, capogruppo della Lega, centrale è il tema delle vaccinazioni in azienda: “Abbiamo avuto buone notizie dalle riaperture, il ritorno alla vita per le imprese e per i cittadini. Quando sarà vaccinata la fascia 16-59 anni con piccole patologie?”. Rancan ha chiesto anche di conoscere le proiezioni sulla possibilità di zona bianca in Regione dal 7 giugno. “Sui vaccini in azienda – ha continuato – c’è stata difficoltà a reperire una bozza di intesa fra la Regione e gli imprenditori. I capigruppo attendevano una bozza dalla Giunta, ma la presidente Rontini ha detto di non saperne nulla. Forse c’è stata una discussione tardiva. Anche l’assessore Calvano ha detto che non c’è nulla di definitivo sulle linee di indirizzo né di sapere se i costi sarebbero stati a carico delle aziende. Ma dalla bozza in mio possesso si evince che le imprese e le associazioni di categoria sopporteranno i costi. Se un’impresa deve farsi carico di un hub vaccinale aperto a tutti, e non solo ai lavoratori, allora la Regione renda merito all’azienda che svolge un servizio di sanità pubblica”.
Al termine degli interventi, l’assessore Donini ha replicato affermando che “i centri vaccinali nei luogo lavoro sono a carico delle imprese e questa è una disposizione nazionale. L’idea è di farne uno per provincia, ma nulla vieta che siano di più. Si è pensato di mandare i lavoratori negli hub vaccinali dopo le 20, dove saranno accolti in box separati e vaccinati dai medici delle aziende”.
Sulle linee guida, Donini ha affermato che oggi o domani ci saranno quelle del governo e lunedì quelle regionali – “noi le abbiamo già preparate” – che non si discostano da quanto previsto a Roma. Le 800 farmacie che hanno dato la disponibilità sono pronte a partire e i medici di base – che nel 2020 hanno somministrato 1,3 milioni di dosi antinfluenzali – si sono già proposti per le somministrazioni e dal 7 giugno potranno vaccinare i 50enni. Sulla fascia 40-49 (oltre 700mila in regione) non ci sono date certe, ma “si presume che potranno essere vaccinati dalla fine di giugno”. Infine, il personale delle imprese funebri è già vaccinabile e rientra nella priorità 1 del documento nazionale. Sulla fase post-Covid, ha concluso l’assessore, si stanno studiando i percorsi di presa in carico e di riabilitazione.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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