Dopo l’ordinanza del ministro della salute Roberto Speranza e del presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, che ha fatto scattare da lunedì 24 febbraio (e fino al primo marzo) la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado e degli asili nido, lo stop alla didattica nelle università e la sospensione di manifestazioni ed eventi sportivi e culturali su tutto il territorio, l’assessore regionale alla salute Sergio Venturi ha spiegato gli altri provvedimenti che si stanno mettendo in campo da parte della Regione, del Servizio sanitario regionale e della Protezione civile dell’Emilia-Romagna.
“Siamo di fronte a un virus nuovo – ha ricordato Venturi – ma non ci sono motivi per lanciare allarmi che possano ingenerare panico tra le persone. Vanno rispettate alla lettera le indicazioni contenute nell’ordinanza. Dal punto di vista operativo, si è deciso di potenziare i laboratori di analisi”, per cui al Centro di riferimento regionale per le emergenze microbiologiche (Crrem) del Sant’Orsola di Bologna si è aggiunto anche il laboratorio dell’ospedale di Parma.
Per quanto riguarda invece le necessità legate al periodo di isolamento domiciliare da parte di pazienti ancora in attesa di diagnosi certa, è stato deciso di mettere a disposizione la Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, prossima all’apertura) di Reggio Emilia, provvista di 30 camere singole con bagno, “per le persone che abbiano difficoltà di spazi o di logistica a garantire un isolamento presso la propria abitazione”.
Da un punto di vista sanitario, ha sottolineato l’assessore Venturi, la decisione più importante riguarda l’effettuazione automatica del test per la verifica della presenza del coronavirus a tutte le persone con diagnosi di polmonite interstizio-alveolare.
Da lunedì 24 febbraio sono operativi anche alcuni provvedimenti di tipo organizzativo: è a disposizione un numero verde valido per tutto il territorio regionale emiliano-romagnolo al quale i cittadini potranno rivolgersi per avere informazioni o indicazioni su come comportarsi nel caso in cui sospettino di avere sintomi legati alla possibile presenza del coronavirus.
“Quando parlo di necessaria collaborazione con i cittadini – ha precisato Venturi – penso ad esempio all’indicazione importantissima di non recarsi al pronto soccorso nel caso in cui si ritenga di avere sintomi legati alla presenza del virus. Non fatelo, può creare davvero problemi. Chiamate il numero verde o telefonate al vostro medico di medicina generale, o chiamate il numero 1500 del Ministero della salute. In caso di urgenze, naturalmente, rimane sempre attivo il 118: ma non andate al pronto soccorso se avete il dubbio di avere i sintomi del contagio”.
Dal punto di vista operativo, presso l’ospedale di Piacenza saranno allestite due strutture della Protezione civile per garantire una sorta di “pre-accesso” al pronto soccorso, nel quale i sanitari provvederanno a effettuare un primo triage per poi smistare le persone secondo i percorsi di cura più adeguati.
Sono stati inoltre attivati in ogni provincia dell’Emilia-Romagna i Centri di coordinamento dei soccorsi (Ccs, presieduto dal prefetto o da un suo delegato), a cui si affiancano i Centri operativi comunali (Coc, responsabili delle attività a livello comunale-locale, il cui massimo punto di riferimento è il sindaco o un suo delegato). Ogni ha avrà tra i propri componenti un rappresentante della sanità pubblica.
“Vorrei infine associarmi – ha concluso l’assessore Venturi – al ringraziamento che ha fatto il presidente Bonaccini a tutto il personale del Servizio sanitario regionale, che sta facendo un grandissimo lavoro con la consueta professionalità. E lo fa in condizioni difficili, ma sempre con l’impegno a garantire, come sempre, qualità alle prestazioni sanitarie prestate ai cittadini”.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]