La giunta regionale dell’Emilia-Romagna, nella seduta di lunedì 16 marzo, ha approvato nuove misure per far fronte alle conseguenze economiche e sociali dell’emergenza Coronavirus sul territorio: ancora più tutele per lavoratori e imprese, con altre nove settimane di cassa integrazione in deroga e nuovi fondi per welfare e famiglie; quasi 7 milioni di euro, di cui 1,7 per le persone in situazioni di fragilità, a partire dai senza fissa dimora; prorogate le scadenze e anticipati i pagamenti rispetto a lavori e procedure della ricostruzione post-sisma, in modo da immettere liquidità e garantire investimenti per centinaia di milioni di euro; un bando da 10 milioni per permettere alle aziende di accedere al credito a interessi zero.
“Dopo le misure decise una settimana fa, con oltre 45 milioni per famiglie e imprese tra fondi regionali straordinari e anticipo di pagamenti – ha ricordato il presidente della Regione Stefano Bonaccini – ora abbiamo rafforzato il nostro intervento aggiungendo nuove risorse a sostegno delle politiche di welfare, con quasi 7 milioni destinati ai Comuni, e ampliando la tutela delle aziende e del lavoro, soprattutto per garantire la continuità di reddito per i lavoratori”.
Inoltre, ha aggiunto il governatore dell’Emilia-Romagna, “adottiamo decisioni per dare più tempo a cittadini e imprese sugli adempimenti per la ricostruzione post-sisma, agevolando i Comuni nella gestione delle pratiche relative agli investimenti nei centri storici e accelerando il pagamento delle fatture per i lavori fatti, aumentando il saldo fino al 90% del totale. In questo momento una liquidità preziosa per le aziende”.
“Voglio però ribadire quella che è una priorità assoluta: è necessario non uscire di casa, bisogna rispettare le regole restrittive col massimo rigore. È il solo modo per fermare la diffusione del virus, non possiamo permetterci di abbassare la guardia. Così come va garantita la sicurezza nei luoghi di lavoro: per questo ho chiesto alle nostre aziende sanitarie di aumentare i controlli nelle fabbriche e nei siti produttivi con i servizi di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro. Su questo occorre che venga rispettato l’accordo siglato tra il governo e le parti sociali a livello nazionale, e anche su questo come Regione intendiamo fare la nostra parte fino in fondo”.
Le altre nove settimane di cassa integrazione in deroga si aggiungono alle quattro già decise con l’accordo firmato dalla Regione e da tutte le parti sociali riunite nel Patto per il Lavoro, che mette a disposizione i primi 38 milioni di euro di fondi regionali. Coprivano il periodo dal 23 febbraio al 23 marzo, data dalla quale partiranno le nuove 9 settimane. Un ammortizzatore sociale che garantirà la continuità di reddito ai lavoratori di tutti i tipi di aziende, anche di quelle con un solo dipendente, e che può essere richiesto da ogni datore di lavoro privato, di ogni settore produttivo, che non abbia già accesso agli ammortizzatori ordinari.
La giunta, inoltre, ha approvato un bando da 10 milioni di euro per l’accesso al credito a interessi zero per l’intero sistema delle imprese, a partire dalle Pmi. Si potranno ottenere fino a 150mila euro a tasso zero per 36 mesi: un’operazione fatta insieme ai Consorzi fidi e alle banche e in grado di generare investimenti, secondo le stime della Regione, per almeno 100 milioni, con l’obiettivo di garantire liquidità nell’immediato e far ripartire gli investimenti non appena sarà possibile farlo.
La giunta ha poi deciso di stanziare altri 5 milioni per misure a favore di welfare e famiglie: viene così aumentato in via straordinaria il Fondo ordinario per i nidi – da 7,25 milioni a 12,25 milioni – per sostenere i Comuni nel far fronte alle mancate entrate delle rette, in modo che le famiglie non paghino per i servizi non fruiti a causa della sospensione dei servizi educativi dettata dall’emergenza sanitaria.
Sono poi in corso di definizione le delibere per erogare anticipatamente i quasi 11 milioni ai Comuni già previsti (anch’essi) per l’abbattimento delle rette, come deciso dalla giunta emiliano-romagnola nella seduta precedente.
La Regione, inoltre, ha avviato insieme ad Anci, Upi, enti gestori e sindacati un tavolo di confronto per individuare protocolli condivisi per dare forme di sostegno concreto alle famiglie in difficoltà a causa della sospensione dei servizi educativi, dell’educazione di sostegno per alunni con disabilità e dei centri diurni per anziani e per persone con disabilità, nel pieno rispetto delle direttive sanitarie e con tutte le misure necessarie alla massima tutela della sicurezza e della salute degli operatori e degli utenti.
Sempre per i Comuni del territorio, in grandi difficoltà in questo periodo nella gestione dei servizi, arrivano anche più di 1,7 milioni di euro: la Regione, infatti, con una delibera ha deciso di erogare immediatamente il Fondo nazionale povertà per i senza dimora ai Comuni con popolazione superiore ai 50mila abitanti, per un totale di 1.181.600 euro, a cui va aggiunta la quota di 558.400 euro che il Ministero eroga direttamente alla Città metropolitana di Bologna. Queste risorse aiuteranno gli enti locali a fornire risposte adeguate durante l’emergenza Coronavirus anche alle persone senza fissa dimora, che per la loro condizione vivono una situazione di particolare vulnerabilità.
Un sostegno immediato ai Comuni che, anche in collaborazione con la Protezione civile e le associazioni di volontariato, in alcuni casi hanno già deciso di ampliare l’accoglienza nelle proprie strutture alle ore diurne per consentire anche ai senza dimora di restare “a casa”, nel rispetto delle ordinanze in materia di riduzione della mobilità.
La Regione, attraverso la struttura commissariale, sta infine predisponendo le ordinanze per agevolare Comuni, imprese, professionisti e cittadini rispetto ai lavori della ricostruzione post-sisma. Rispetto ai cantieri in corso è stata infatti decisa la proroga delle scadenze relative alla richiesta di contributi sia per la ricostruzione privata (Mude) sia per quella delle imprese (Sfinge), fissate rispettivamente al 31 marzo e al 31 maggio 2020: entrambe slittano al prossimo 30 giugno.
Per quanto riguarda i nuovi lavori, invece, i professionisti avranno tempo fino al prossimo 30 settembre per la consegna dei progetti definitivi. Viene impressa poi un’accelerazione nei pagamenti, con il saldo fino al 90% delle fatture relative ai lavori già realizzati, per garantire liquidità alle imprese e tutelare investimenti fatti per centinaia di milioni. Ultimo ma non meno importante, il provvedimento che agevolerà i Comuni nella gestione delle pratiche che riguardano gli investimenti nei centri storici.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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