Con 1.350.000 unità, rappresentano il 6% dell’occupazione in Italia (quota che sale al 9,8% se si considera il solo lavoro dipendente), hanno un tasso di “femminilizzazione” del lavoro ben più alto della media delle imprese italiane (il 52,1% contro il 37,7%) e accolgono lavoratori stranieri in misura più rilevante (19,9% contro una media nazionale dell’11,5%). E’ questa la fotografia delle cooperative italiane nel loro rapporto con il lavoro, tema che sarà al centro del convegno “Cooperazione, il valore del lavoro” organizzato da Confcooperative Reggio Emilia nell’ambito delle celebrazioni del 70° di fondazione della centrale cooperativa, costituita nel 1949 in via Guidelli, nel centro cittadino.
L’evento – cui interverrà, tra gli altri, il presidente del Cnel Tiziano Treu, già ministro del Lavoro -è in programma lunedì 24 giugno alle 16,30 nella sala conferenze Alfiero Corghi, nell’area industriale di Mancasale, di proprietà di Cir Food.
“In quella sede e in collaborazione con una realtà cooperativa che presenta livelli occupazionali straordinari (quasi 13.000 dipendenti), unite a forme di welfare aziendale che parlano di una forte attenzione alle risorse umane – sottolinea il presidente di Confcooperative, Matteo Caramaschi – ragioneremo sulle cifre che connotano la relazione tra cooperative e occupazione, ma soprattutto del valore che il lavoro in cooperativa rappresenta anche a contrasto delle crescenti disuguaglianze sociali e della precarietà e, ancora, degli ambiti e delle condizioni entro le quali le imprese cooperative potranno continuare ad includere al lavoro e ad esprimerne il valore sociale senza che i principi di inclusione, di partecipazione e responsabilità che mettiamo in campo rischino di tradursi in uno svantaggio competitivo”.
“Su questo versante – prosegue Caramaschi – resta ancora aperto, ad esempio, il tema della regolarità e della tutela delle imprese cooperative, dei loro soci-lavoratori e dei dipendenti e dei lavoratori, perché ancora si fanno i conti con appalti e concorrenti che speculano sul valore del lavoro e con una committenza che esternalizza lavori e servizi deprimendo la componente rappresentata dal lavoro, potendo agire non solo senza ritegno, ma soprattutto senza sanzioni”.
“Sono condizioni insostenibili – sottolinea il presidente di Confcooperative – che vanno rimosse con urgenza, perché toccano le cooperative proprio nei comparti a più alta intensità di lavoro, a partire dai servizi alle imprese (con particolare riferimento alla logistica) per arrivare a tutta l’area del sociale, nella quale il sistema imprenditoriale rappresentato da Confcooperative ha incrementato l’occupazione di oltre il 14% in un quadriennio”.
Tra i dati che saranno presentati in apertura di convegno spiccano, tra gli altri, le buone performance occupazionali espresse dall’insieme di imprese rappresentato da Confcooperative a livello nazionale, con una ripartizione che assegna il 44,2% di dipendenti alle grandi imprese (più performanti in termini di fatturato, con un’incidenza del 54,2% sul totale) e il 53,8% alle micro, piccole e medie imprese cooperative.
Al convegno di Confcooperative su “Cooperazione, il valore del lavoro”, interverranno, oltre al presidente del Cnel, Tiziano Treu, il presidente nazionale di Confcooperative Lavoro e Servizi, Massimo Stronati, la presidente di Cir Food, Chiara Nasi, il direttore del Centro Studi e vicesegretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna, Guido Caselli, e i dirigenti dell’Ufficio studi nazionale di Confcooperative, Pierpaolo Prandi e Giuseppe Daconto. Con un videomessaggio interverrà anche il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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