Rispetto ai giorni scorsi la qualità dell’aria è migliorata in alcune province della regione, ma in buona parte dell’Emilia è ancora allerta smog: come certificato dal bollettino dell’Arpae del 22 gennaio, infatti, sono stati registrati ulteriori sforamenti del valore massimo giornaliero delle polveri sottili Pm10 (oltre il limite di legge fissato a 50 µg/m3) nelle stazioni di rilevamento delle province di Piacenza, Parma, Reggio e Modena.
Rimini e provincia, invece, confermano il “bollino verde” della scorsa settimana, mentre nelle altre zone finora sotto osservazione – Bologna, Imola, Ferrara, Ravenna e Forlì-Cesena – la situazione nel frattempo è migliorata e dunque da sabato 23 gennaio non saranno più in vigore le misure extra contro l’inquinamento.
Nelle province ancora da “bollino rosso” (quelle di Piacenza, Parma, Reggio e Modena), invece, sono state prorogate le misure emergenziali per il contenimento degli inquinanti e la salvaguardia della qualità dell’aria previste dalla manovra antinquinamento Pair 2020 della Regione Emilia-Romagna. Le misure saranno valide almeno fino a lunedì 25 gennaio (compreso), giorno del prossimo bollettino di monitoraggio dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale che determinerà per ciascun territorio provinciale la fine del regime emergenziale oppure un altro rinnovo delle misure restrittive.
Le ulteriori restrizioni, che riguardano i principali Comuni che hanno aderito all’accordo, ovvero i capoluoghi di provincia e i centri con una popolazione superiore ai 30mila abitanti, prevedono limitazioni alla circolazione per i veicoli più inquinanti (fino ai diesel Euro 4) nei centri urbani dalle 8.30 alle 18.30, il divieto di sosta con motore acceso per tutti i veicoli, il potenziamento dei controlli sui mezzi circolanti.
E ancora: l’obbligo di ridurre le temperature di almeno un grado centigrado negli ambienti di vita riscaldati, fino a massimo di 19° C nelle case, negli uffici, nei luoghi per le attività ricreative associative o di culto e nelle attività commerciali e fino a un massimo di 17° C nei luoghi che ospitano attività industriali e artigianali; il divieto di utilizzo di generatori di calore a biomassa legnosa per il riscaldamento domestico (se è presente un impianto di riscaldamento alternativo) con classe di prestazione emissiva minore di 4 stelle; il divieto assoluto di combustione all’aperto (residui vegetali, falò, barbecue, fuochi di artificio, etc.) e il divieto di spandimento di liquami zootecnici (con l’eccezione di quello effettuato con interramento immediato dei liquami e con iniezione diretta al suolo).
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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