Implementare i Ptda, i Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali, per garantire adeguata assistenza a chi soffre di endometriosi (o di altre patologie di genere), valutare la possibilità di introdurre nei Lea l’esenzione per le terapie ormonali negli stadi già riconosciuti di questa patologia e farsi promotori, a livello nazionale, affinché tutti gli stadi – e non solo alcuni – siano inclusi nei Livelli essenziali di assistenza. Lo chiedono i consiglieri regionali Federico Amico (Emilia-Romagna Coraggiosa), Stefania Bondavalli (Gruppo Bonaccini Presidente), Andrea Costa, Roberta Mori e Ottavia Soncini (Pd), che hanno firmato una risoluzione sul tema. E che il 10 gennaio, in una seduta congiunta delle Commissioni Politiche per la salute e Per la parità e i diritti delle persone, ascolteranno in audizione associazioni e professionisti che si occupano di questa malattia.
Le patologie di genere come l’endometriosi, spiegano i consiglieri, “hanno un impatto significativo su coloro che ne sono affetti. In Emilia-Romagna si stima che il 25% delle donne tra i 18 e i 50 anni soffra di endometriosi” e tuttavia “il tempo medio di una diagnosi è di nove o dieci anni”. Il Parlamento Europeo ha stimato, per l’Italia, una spesa sociale annua di 6 miliardi di euro per l’Endometriosi. “Nonostante il formale riconoscimento della malattia, chi ne soffre non si sente tutelato”.
Da qui la risoluzione dei consiglieri reggiani: “È importante sostenere le campagne di sensibilizzazione pubblica sull’Endometriosi e fare informazione, parlare di patologie come questa. Può contribuire a una diagnosi precoce. Ed è altrettanto fondamentale che siano incluse nei Lea: quando una diagnosi richiede anni e la malattia grava pesantemente sulla quotidianità di una persona, i costi sono spesso insostenibili. È qui che deve entrare in gioco la Sanità pubblica”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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