Nel primo pomeriggio di mercoledì 13 gennaio l’Emilia-Romagna ha ricevuto le prime 7.400 dosi del vaccino sviluppato dall’azienda statunitense Moderna, che nell’ultima settimana ha ricevuto il via libera dalla Commissione europea e dall’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco) dopo essersi già garantita a inizio gennaio il parere favorevole dell’Ema (European Medicines Agency, l’Agenzia europea per i medicinali).
La quota destinata all’Emilia-Romagna è stata pari a oltre il 15% della prima fornitura arrivata in Italia, costituita complessivamente da 47.000 dosi. Si tratta del secondo vaccino approvato in Europa dopo quello di Pfizer-Biontech, di cui l’Emilia-Romagna ha già ricevuto finora oltre 131mila dosi.
Il piano di approvvigionamento stabilito dal commissario straordinario nazionale per l’emergenza Covid-19 Domenico Arcuri prevede per l’Emilia-Romagna altre 43.875 dosi di vaccino Pfizer-BioNtech in arrivo tra il 18 e il 20 gennaio e altre 4.900 dosi del vaccino di Moderna attese entro la fine del mese, indicativamente tra il 25 e il 27 gennaio.
Il principio di funzionamento alla base del vaccino di Moderna è lo stesso di quello attualmente in uso: entrambi si basano infatti sull’Rna messaggero, anche se ci sono alcune differenze pratiche. Una fiala del vaccino di Moderna permette di effettuare infatti 10 somministrazioni (contro le 6 possibili con quello di Pfizer) ed è già pronto all’uso, senza richiedere quindi alcuna operazione di diluizione, come è invece necessario fare per il vaccino Pfizer-BioNtech.
Nel caso del vaccino di Moderna la seconda iniezione di richiamo deve essere effettuate a distanza di 28 giorni dalla prima, e l’età minima per poterlo ricevere è di 18 anni (mentre per quello di Pfizer scende a 16 anni). Ultima differenza: il vaccino di Moderna richiede per la conservazione una temperatura di stoccaggio di -20 gradi, contro i -70 gradi del vaccino di Pfizer.
Le 7.400 dosi di Moderna sono state inizialmente suddivise tra le sedi logistiche di Parma, Modena, Bologna, Ferrara e la Romagna (sede di Forlì), da dove saranno smistate per consentire a tutte le province della regione di proseguire la campagna vaccinale: saranno utilizzate per le strutture socio-assistenziali da Piacenza a Rimini.
Soddisfatto l’assessore regionale alla sanità Raffaele Donini: “Mentre la campagna vaccinale procede a pieno ritmo, e vede l’Emilia-Romagna come la regione con il più alto numero di dosi somministrate rispetto al numero di abitanti, oggi possiamo essere felici di un ulteriore passo in avanti verso il ritorno alla normalità. L’arrivo delle prime dosi del vaccino di Moderna è molto importante, perché più somministrazioni significa sempre più persone al sicuro, e dà alle aziende la possibilità di programmare immediatamente il calendario delle vaccinazioni, che ricordiamo in questa prima fase sono destinate al mondo sanitario e delle strutture per anziani”.
“Voglio però ricordare ancora una volta – ha aggiunto l’assessore Donini – che non è sicuramente tempo di cantare vittoria, e anche se una prima parte di popolazione (quella più a rischio come il personale sanitario e quella più fragile come gli ospiti delle strutture socio-assistenziali) sarà a breve già immunizzata, è importante che tutti i cittadini continuino a rispettare fino alla fine dell’emergenza tutte le leggi e le norme di sicurezza sanitaria: è un ultimo sforzo fondamentale e necessario per sconfiggere insieme il virus”.
Secondo il sito approntato dalla Regione Emilia-Romagna per tracciare in tempo reale l’andamento della campagna vaccinale, alla data del 13 gennaio sono già oltre 92mila le persone che su tutto il territorio regionale hanno ricevuto la prima dose, riservata in questa prima fase – come da indicazioni ministeriali – a chi lavora nella sanità regionale (medici, infermieri e operatori) e a operatori, operatrici e ospiti delle Cra (case residenza per anziani).
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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