Al congresso federale del Carroccio il leader Matteo Salvini si rivolge al partito e dice “non ci fermeranno, non ci sono manette che tengano quando un popolo si sveglia”. Poi spiega “Lo scontro è fra la libertà e la dittatura. Siamo un baluardo di libertà e non bisogna avere paura”. “Noi – ha aggiunto – siamo l’ultima speranza per il cambiamento. Siamo ultima ancora di salvezza per il popolo cristiano occidentale che conta su di noi”.
E spiega che la Lega deve guardare al futuro: “Serve un movimento snello e orgoglioso delle sue radici, ma che guarda avanti. Chi guarda al passato è morto”. È stato accolto da una vera e propria standing ovation e da un applauso durato più di un minuto, il padre fondatore della Lega, Umberto Bossi, al suo arrivo all’Hotel Leonardo Da Vinci di Milano, dove il Carroccio ha tenuto il suo Congresso Federale, incaricato tra l’altro di cambiare lo Statuto del movimento, voluto a suo tempo proprio dal Senatur.
I delegati al congresso della Lega lo hanno approvato per alzata di mano. Tutti i delegati lo hanno votato all’unanimità. Nessuno si è dichiarato contrario, nessuno si è astenuto. In sala non erano presenti alcuni ‘dissidenti’ della Lega, che in precedenza avevano fatto sapere che non avrebbero partecipato al congresso, stimati in una decina di delegati.
Applauso e standing ovation per Umberto Bossi all’arrivo al congresso. “Oggi non si chiude nessun partito. I giornalisti mi hanno chiesto se oggi è il funerale della Lega. Col c… il funerale, non c’è nessun funerale alle porte”. Lo ha detto il fondatore della Lega e senatore Umberto Bossi nel suo intervento dal palco del congresso del partito che si tiene a Milano.
“Non basta andare in Parlamento ed essere in tanti, serve una spinta sociale continua e quotidiana per portate a casa i risultati”, ha detto il senatur. “Sono contento di dirvi che oggi non si chiude nessuna Lega, questo congresso nella sostanza dà la possibilità di avere il doppio tesseramento, sarà possibile essere iscritti alla Lega e alla Lega per Salvini”, ha detto il fondatore del Carroccio. “Questo – ha aggiunto – glielo possiamo concedere, siamo noi che concediamo non è Salvini che ci impone. Salvini non può imporci un c… lo diciamo con franchezza. Le cose imposte non funzionano”.
Umberto Bossi ha lasciato la sala durante l’intervento di Paolo Becchi e prima di quello di Matteo Salvini, il senatur ha salutato il segretario ed è uscito dalla sala.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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