Giovedì 12 novembre la Guardia di finanza di Cremona, in collaborazione con le Fiamme gialle di Crotone, ha proceduto alla confisca di beni mobili e immobili del valore complessivo di 17 milioni di euro ai danni di soggetti ritenuti appartenenti alla ‘ndrina capeggiata dal boss Nicolino Grande Aracri.
Le attività, condotte dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Cremona e coordinate della Direzione distrettuale antimafia di Bologna, hanno consentito alla Corte d’Appello del capoluogo emiliano di giungere alla definitiva condanna di esponenti di spicco della cosca, stanziatasi nelle aree di confine tra Lombardia ed Emilia-Romagna.
Le indagini, che hanno preso il via da un episodio di usura perpetrato ai danni di un imprenditore cremonese da parte di un usuraio piacentino, sono proseguite con gli approfondimenti e le analisi dei flussi finanziari – poi confluiti nella maxi-operazione anti-‘ndrangheta Aemilia – e hanno consentito di portare alla luce ulteriori reati commessi ai danni di imprenditori emiliani.
In un caso è stato accertato un prestito sul quale era stato applicato un interesse del 200%: a fronte di 700mila euro prestati, infatti, la vittima era stata costretta e restituirne oltre un milione. Tutto ciò era stato possibile grazie allo strumentale utilizzo di società fasulle, i cui bilanci apparivano perfettamente regolari grazie alla complicità di professionisti conniventi: ammontano a un valore di oltre 20 milioni di euro le fatture false scoperte.
I proventi delle attività illecite erano stati riciclati nell’acquisto di complessi immobiliari, strutture turistico-alberghiere, società agricole, edili immobiliari e imprese di trasporti e logistica. L’ingente patrimonio, apparentemente intestato a prestanome e “teste di legno”, è stato ricondotto dopo lunghe indagini direttamente alla piena disponibilità dei membri della cosca.
Nell’operazione i finanzieri di Cremona hanno definitivamente confiscato: 28 immobili situati in provincia di Crotone, 5 società attive nel settore dell’edilizia, della logistica e della ristorazione operanti nelle provincie di Crotone, Parma e Vicenza, due automezzi, 3 macchine operatrici agricole, un natante di 7,50 metri con motore entrobordo, 5 unità abitative rimovibili.
Il provvedimento di confisca, ha sottolineato la Guardia di Finanza, “costituisce l’epilogo di un complesso iter giudiziario che dimostra, ancora una volta, la costante azione della Guardia di Finanza nella ricerca e repressione dei più gravi crimini di matrice economico-finanziaria e nell’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati: un’azione di contrasto che assume maggior spessore alla luce del fatto che parte degli immobili e dei veicoli sono stati restituiti alla collettività in quanto destinati alle forze di polizia, ai Vigili del fuoco e ad enti no-profit per le loro finalità sociali”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!