I carabinieri di Collagna hanno denunciato un uomo di 36 anni con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. Secondo quanto raccontato dal padre del trentaseienne, quest’ultimo a partire dal 2021 – complice anche l’abuso di sostanze stupefacenti e bevande alcoliche – avrebbe sottoposto il genitore (convivente) a continue richieste di soldi, spesso accompagnate da minacce di morte (anche indirettamente tramite fratelli o altri parenti), insulti e vessazioni sia psicologiche che fisiche qualora il padre si fosse rifiutato di acconsentire.
Il figlio in diverse occasioni avrebbe percosso il genitore colpendolo o tentando di colpirlo con pugni, calci e bastoni di ferro, e minacciandolo con martelli, cacciaviti e altri oggetti. Non solo: era arrivato a danneggiare a martellate il trattore del padre, le sue auto e altri oggetti, a rubargli motoseghe e altri attrezzi da lavoro, a sottoporlo a continui dispetti (come mettere la musica ad alto volume durante la notte o svuotargli completamente il freezer), il tutto accompagnato da frequenti scatti d’ira verso chiunque si trovasse davanti – tanto da indurre i fratelli a non andare più a trovare il padre per paura delle sue reazioni scomposte.
Alla luce di quanto emerso e dei riscontri dei carabinieri, la Procura di Reggio ha chiesto e ottenuto a carico del 36enne diverse misure cautelari: l’allontanamento dalla casa familiare, il divieto di avvicinamento alla vittima (con l’obbligo di mantenere una distanza di almeno 5.000 metri dal padre) e il divieto di comunicare con quest’ultima in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo.
In aggiunta, è stata disposta l’applicazione del braccialetto elettronico come dispositivo di controllo. Il 21 dicembre scorso, però, quando i carabinieri di Collagna si sono recati presso la sua abitazione per dare esecuzione a quest’ultima misura, l’uomo ha negato il consenso all’adozione del braccialetto elettronico, e a quel punto è stato arrestato.
Dopo circa un mese, il trentaseienne ha cambiato idea: ha acconsentito a indossare il braccialetto elettronico ed è uscito dal carcere, andando a vivere a casa di un amico. Ma a inizio aprile, un nuovo dietrofront: l’uomo ha contattato i carabinieri della stazione di Ramiseto manifestando l’intenzione di revocare il precedente consenso al braccialetto elettronico, motivo per cui è stato nuovamente arrestato e riportato in carcere.
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