Sindaci di mezza Italia, di destra e di sinistra, continuano a mantenere le trascrizioni delle famiglie arcobaleno nonostante le spinte contrarie. Ora anche il Parlamento europeo ha approvato un emendamento «condanna le istruzioni date dal governo italiano alla municipalità di Milano di sospendere la registrazione delle adozioni delle coppie omogenitoriali».
Tra chi ha votato a favore c’è l’europarlamentare M5S Sabrina Pignedoli: “Oggi al Parlamento europeo abbiamo votato a favore di un emendamento che ‘boccia’ l’Italia per lo stop al riconoscimento delle famiglie omogenitoriali. Nonostante il diritto di famiglia sia di competenza esclusiva degli Stati membri, il dibattito ideologico che si è svolto nel nostro Paese in questi giorni non tiene conto della giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione Europea, la quale si è già espressa in passato ribadendo il diritto alla libera circolazione in tutti gli Stati membri dei cittadini europei e, quindi, anche delle coppie omogenitoriali con i rispettivi figli.”
“In altre parole, per la Corte negare il mutuo riconoscimento del certificato di nascita trascritto in un altro paese dei figli di coppie dello stesso sesso è un ostacolo all’esercizio del diritto alla libera circolazione dei cittadini. I figli delle famiglie omogenitoriali devono essere riconosciuti anche in Italia.”
Sul territorio gioca di sponda con il consigliere comunale di Coalizione civica Dario De Lucia, attivo da sempre sui diritti civili, uno dei promotori del gay pride del 2017, che portò in piazza 12.000 persone, e della recente Casa Arcobaleno. “Il Governo di Giorgia Meloni e soci attacca frontalmente le trascrizioni dei figli delle cosiddette Famiglie Arcobaleno, coppie omogenitoriali che hanno avuto il bimbo tramite maternità surrogate. Le conseguenze più pesanti arriverebbero proprio per le famiglie e soprattutto per i bimbi, che si troverebbero fuori dagli elenchi dei registrati.”
Un’esclusione che crea differenze di diritti, emersa dopo le polemiche seguite all’opposizione della Procura di Milano alle trascrizioni trasmesse dal primo cittadino Sala. Da allora, tante voci di amministratori pubblici hanno deciso di continuare ad accettare le trascrizioni, al netto dei veti formali che potrebbero poi arrivare. Un coro variegato, che coinvolge il sindaco leghista di Treviso Mario Conte, presidente dell’Anci veneto, così come il primo cittadino di Rimini Jamil Sadegholvaad, che ha annunciato la creazione di una rete di Comuni intenzionati a chiedere una modifica alla legge, appoggiandosi al lavoro dell’associazione Famiglie Arcobaleno. Questa realtà si è infatti fatta promotrice di una proposta di Legge già approdata in Parlamento per l’eguaglianza familiare. Una legge scritta e pensate insieme a Rete Lenford dell’Avvocatura per i diritti LGBTI+, pensata per non avere tinte politiche, ma solo per ridare pari dignità a tutte le famiglie.
Concludono i due: “Questa mobilitazione di amministratori per i diritti civili delle famiglie è importante e preziosa, per i risultati concreti a cui potrà portare e per il significato politico che fa. Il sindaco Luca Vecchi è anche presidente dell’Anci regionale, ovvero la rete dei primi cittadini emiliano-romagnoli e vorremo che si schierasse con i colleghi delle altre città a fianco delle famiglie arcobaleno. In attesa di una legge nazionale, le trascrizioni debbono continuare.”
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]