Cisl: sicurezza, a Reggio serve più coraggio

“La sicurezza, anzi, le sicurezze, sono un problema serio per Reggio Emilia ma questa città sa trasformare le missioni impossibili in cose vere e misurabili. E’ nel suo dna ma occorre, però, che chi ha responsabilità politiche e istituzionali si metta ad ascoltare veramente, non solo a far finta di. In caso contrario tutto sarà un teatrino che lascerà intatti i problemi”.
Così la segreteria di Cisl Emilia Centrale interviene nel dibattito “che giustamente è esploso come forse mai prima d’ora dopo le violenze inaccettabili di Capodanno nell’Isolato San Rocco e che urge collegare ad una strategia di insieme che affronti tutti i punti caldi in città. Si dirà perché Cisl interviene: lo facciamo perché rappresentiamo migliaia di lavoratori e pensionati reggiani che sono cittadini che vivono situazioni di degrado e perché crediamo che un sindacato moderno, libero dal ‘900, debba smetterla di vivere la parola sicurezza come un tabù, perché la mancanza di sicurezze colpisce soprattutto le persone più fragili socialmente ed economicamente”.

Cisl prosegue nella sua analisi, affidata alla città dopo aver sentito tutte le opinioni, istituzionali, politiche e civiche.

“Pensiamo che esistano due livelli operativi. Uno, fondamentale e imprescindibile, è quello legato alle forze dell’ordine e di polizia locale. Non bastano gli organici, non bastano i loro strumenti e, soprattutto, occorre spalmare la loro presenza con presidi permanenti nei punti caldi e figure di quartiere più fluide. Accade in Europa, si può fare bene anche a Reggio, aprendo la strada al resto del Paese. Inutile girarci intorno: non è col mantra della partecipazione che si convinceranno spacciatori e micro delinquenza a liberare il campo. La deterrenza, se vogliamo parlare seriamente di sicurezza, ha un ruolo fondamentale ma si evitino gli spot: le passerelle delle land rover verdi dell’Esercito per qualche mese non risolveranno i problemi”.

In questa direzione, se davvero tutti vogliono lavorare per Reggio e non per i suoi voti, occorre che la politica ad ogni livello faccia di più, superando il gioco delle parti. Da Roma in giù.

COLPIRE LA DELINQUENZA
I decreti sicurezza vanno riportati in officina, non funzionano. “Occorre è un pacchetto di norme che diano poteri veri di intervento ai Sindaci e offrano loro uno scudo. Non ha senso fare un’ordinanza per chiudere un locale malfamato, calamita di delinquenza, e poi vederla soffocata di fronte al primo ricorso al Tar, con la magistratura contabile pronta a braccare il Comune per le sue spese legali. Inoltre, offrire ai Sindaci i daspo urbani significa prenderli in giro. Sono lenti, macchinosi e puntualmente chi si è beccato il daspo ritorna in città”, prosegue Cisl. Se davvero tutti teniamo alla sicurezza, investire su questo settore deve essere prioritario: concorsi snelli per assumere personale di polizia locale, davvero formato all’esercizio di competenze che, nella pratica quotidiana, assolve. Ha senso che nel 2024 un poliziotto locale non possa identificare una persona sospetta perché non ha accesso alle banche dati? E che debba chiamare in soccorso una pattuglia di Carabinieri o Polizia, distogliendola da altri compiti? “Ecco, oggi manca la logica di un piano strategico nazionale, un classico nella gestione dei fronti caldi in questo Paese – prosegue Cisl –. Se servono più agenti di polizia locale, bisogna poterli assumere nei comuni in modo molto più rapido e pensare a come rendere questo investimento più libero dai lacci della stabilità finanziaria”.

LA SICUREZZA SOCIALE E’ RIGENERAZIONE URBANA
Il secondo livello di intervento è quello della sicurezza sociale. Aver permesso che si creassero quartieri a sé stanti, con forti predominanze etniche non ha favorito integrazione, partecipazione e progetti di vita. Così torniamo al punto di partenza: quali poteri incentivanti ha un Sindaco per intervenire sul serio nella gestione di chi preferisce tenere una casa o una vetrina sfitta piuttosto che affittare a canone concordato a famiglie o a piccole imprese con un forte progetto sociale alle spalle?
“Ne tenga conto il Comune di Reggio nei bandi che ha recentemente annunciato per i nuovi negozi in centro”, chiede Cisl L’accesso alla casa è il più grande dei diritti, specie quando quella casa è pagata dai contribuenti. Premiare nei bandi chi ha scelto sul serio di vivere a Reggio, italiano o straniero che sia, e non chi arriva a Reggio per succhiare risorse pubbliche diventa rilevante. E così nell’organizzazione di tutti i bandi che prevedano una forma di sostegno.

“SERVE PIÙ CORAGGIO A LIVELLO LOCALE”
Infine: serve più coraggio a livello locale. “Cisl è stata rilevante per la partenza di progetti che hanno fatto rete tra reggiani e nuovi reggiani, nella zona di via Turri. Un’esperienza che ha costruito alfabetizzazione, doposcuola, integrazione, opportunità. Un’esperienza per la quale Cisl si è messa in gioco, che ha davvero fatto rigenerazione urbana e sociale ma che non è diventata, a dispetto dei suoi risultati, la punta di diamante delle politiche comunali. Le convenzioni sono state fatte scadere e solo poi ci si è posti il tema di recuperarle. Ci sarebbe molto altro da dire, limitiamoci allo strumento: si chiama coraggio di innovare. Ne servirà tanto, Cisl c’è stata e ci sarà”.