Chi è il reggiano finito agli arresti

Enrico-Benedetti

E’ Enrico Benedetti, presidente e socio unico di Ecologia Soluzione Ambiente S.p.A. di Bibbiano, l’imprenditore finito agli arresti domiciliari nell’ambito della maxi operazione  Leonida. Un’inchiesta che parte da lontano e precisamente – come ha spiegato il sostituto procuratore titolare Valentina Salvi all’agenzia Dire – da quella sui presunti appalti pilotati del Comune di Reggio Emilia, il cui processo si è concluso di recente. In particolare nel 2016 erano stati rilevati contatti tra Benedetti e Santo Gnoni, ex capo dell’avvocatura di piazza Prampolini e membro della commissione tributaria provinciale, che in quella sede assisteva l’imprenditore per un ricorso.

Approfondendo questa relazione Gnoni è stato poi condannato nel processo appalti per corruzione e Benedetti è finito oggi agli arresti domiciliari. A fare per primo il nome di Benedetti sarebbe stato però un altro personaggio reggiano piuttosto discusso, riferisce sempre l’agenzia Dire: l’ex giornalista Marco Gibertini, condannato come fiancheggiatore della ‘ndrangheta in Aemilia ed imputato nel processo “Octopus” sulle false fatture.

Oggi la Procura reggiana contesta a Benedetti di aver ricevuto affiidamenti in maniera diretta, evitando con diversi stratagemmi le previste gare pubbliche, in cambio di somme di denaro, buoni benzina, biglietti delle partite di calcio, oggetti di design, contratti di lavoro, festini con escort e soggiorni da favola in hotel e ville di lusso in Versilia e Sardegna. Benefit che il presidente dell’azienda Ecologia Soluzioni Ambiente (Esa) di Bibbiano, avrebbe – sostiene sempre l’accusa – elargito non solo alle figure apicali dell’Agenzia Industrie Difesa (due graduati e un ingegnere impegnati nello stabilimento di Noceto di Parma che si occupa di smaltimento di bossoli di proiettili obsoleti e altri residuati bellici), ma anche ad una serie difunzionari di società municipalizzate attive nel campo dei servizi ambientali  sparse in nove province di tutta Italia.