“Far rivivere il ricordo di Guareschi attraverso le sue opere è un omaggio dovuto per chi lo abbia conosciuto e, soprattutto, per i più giovani, che possono trovare nei suoi personaggi spunti e riflessioni ancora attuali. Guareschi è una delle menti più versatili della nostra terra. Una figura a suo modo poliedrica, che tuttora merita di essere ancor più approfondita”.
Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, a Busseto, nel Parmense, all’inaugurazione delle mostre “Giovannino Guareschi fotografo. Uno sguardo in bianco e nero” e “Fotocronaca dalla nebbia”, curate dall’Istituto regionale per i Beni culturali e allestite fino al 9 dicembre. Con lui, il sindaco di Busseto, Giancarlo Contini, Elena e Camilla Annoni, figlie di Carlotta Guareschi, Giuseppina Benassati dell’IBC, curatrice delle mostre, e Marco Antonioli, sindaco di Roccabianca, comune d’origine di Guareschi, nato nel 1908 nella frazione di Fontanelle.
Le due rassegne rientrano nell’ambito del Busseto Festival Guareschi – Celebrazioni Guareschi 2018, anno dei 50 anni dalla morte dello scrittore e giornalista. La prima, allestita in Piazza Verdi, riguarda 62 fotografie di Guareschi custodite in originale all’Archivio di Roncole, un patrimonio straordinario che si deve ai figli, Carlotta e Alberto, ospitato nella casa che a Roncole Verdi il papà di Don Peppone e Camillo volle costruire di fianco a quella natale di Giuseppe Verdi. Scatti che forniscono un insolito spaccato della realtà perché filtrate dall’occhio del grafico e del giornalista. Nella seconda, invece, in Via Roma, il fotoreporter Federico Patellani osserva con la sua macchina l’artista tra Roncole e Busseto nel 1952. Nella Busseto di oggi, gli spazi urbani del paese propongono dunque una sorta di ‘realtà aumentata’ nelle opere di Guareschi, la cui figura viene attualizzata, evocata e narrata insieme a quella della gente della Bassa.
“Abbiamo a che fare con un genio di questa terra, capace di parlare al cuore delle persone- prosegue Bonaccini-. Una figura di primo piano nel panorama culturale del ‘900, ambito che ha rappresentato una palestra dove intellettuali e studiosi, storici del giornalismo e della letteratura non hanno mai smesso di esercitarsi. Don Camillo e Peppone continuano a suggestionare intere generazioni a cui abbiamo consegnato, nel cinquantenario della scomparsa di Guareschi, un ricco calendario di eventi fatto di iniziative di diversa origine: università, fondazioni culturali e bancarie, enti locali, associazioni. Un orizzonte molto vasto che racconta l’arte di un personaggio più che mai attuale e dotato di grandissima vivacità intellettuale”.
Le mostre. Allestite nell’ambito del Busseto Festival Guareschi – Celebrazioni Guareschi 2018, curate dall’Ibc in collaborazione con l’Archivio Guareschi di Roncole Verdi, il Comune di Busseto e il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo, portano all’esterno la creatività dello scrittore diffondendone al contempo un’immagine contestualizzata in quella Bassa di cui è stato insuperato cantore.
In particolare, l’esposizione “Guareschi fotografo. Uno sguardo in bianco e nero”, che Ibc aveva già allestito e curato l’estate scorsa sul Lungomare di Cervia, propone 62 fotografie realizzate dallo scrittore -conservate assieme a disegni, manoscritti e numerosi documenti nell’Archivio di Roncole Verdi, disponibili online nel catalogo Imago, sempre a cura di Ibc, che sono a pieno titolo elemento costitutivo della sua cifra espressiva.
La seconda mostra, “Giovannino a Busseto. Fotocronaca dalla nebbia”, è costituita da 9 teloni in via Roma, una serie di immagini sospese nell’aria e nella nebbia, tratte dal servizio che il grande fotoreporter Federico Patellani (1911-1977), realizzò nel Natale del 1952, riprendendo lo scrittore nell’arco di una giornata vissuta tra Roncole e Busseto. Una fotocronaca, o meglio, una suggestiva scrittura per immagini della figura dell’artista ripreso nel suo habitat.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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