Nel 2010, poi nel 2012 e ancora nel 2015 si era reso responsabile dei reati di detenzione e traffico di sostanze stupefacenti, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali aggravate, venendo di volta in volta riconosciuto colpevole dal tribunale di Reggio. Ora, essendo divenute esecutive le condanne, l’uomo, un quarantenne di origine nordafricana residente a Castelnovo di Sotto, dovrà scontare una pena complessiva di tre anni, quattro mesi e 21 giorni di reclusione, oltre a dover pagare una multa di 14.000 euro.
Nella mattinata di venerdì 31 gennaio, i carabinieri di Gattatico lo hanno rintracciato a Cadelbosco di Sotto, arrestandolo e dando esecuzione all’ordine di carcerazione pendente sull’uomo, che dovrà espiare la pena nel carcere di Reggio.
La storia giudiziaria dell’uomo è piuttosto travagliata. Il 17 ottobre del 2022 l’Ufficio esecuzioni penali della Procura di Reggio ha emesso un provvedimento restrittivo di cumulo pene in relazione a due sentenze di condanna nei confronti del quarantenne: la prima emessa il 23 gennaio del 2014 dal gip del tribunale di Reggio, diventata definitiva il 2 marzo dello stesso anno, per il reato di detenzione e cessione illecita di sostanze stupefacenti continuato, commesso dal 2010 al 2012; la seconda, invece, emessa il 6 febbraio del 2018 sempre dal tribunale reggiano, e diventata definitiva il 6 luglio dell’anno successivo, per i reati di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali, commessi nel 2018.
L’uomo, subito dopo la prima condanna, tramite l’avvocato difensore aveva chiesto al tribunale di sorveglianza l’affidamento in prova ai servizi sociali o, in subordine, la detenzione domiciliare; successivamente, però, il 40enne si era reso irreperibile, motivo che aveva spinto il tribunale di sorveglianza a emettere – lo scorso marzo – un decreto di irreperibilità, che non consentiva di valutare nel merito la sussistenza dei presupposti per le misure alternative al carcere richieste. Per questi motivi ad aprile dell’anno scorso il tribunale di sorveglianza di Bologna aveva rigettato le istanze presentate dal condannato. Di conseguenza, a maggio, l’Ufficio esecuzioni penali della Procura reggiana aveva revocato la sospensione dell’ordine di carcerazione, ripristinando per gli agenti di polizia giudiziaria l’ordine di procedere all’arresto dell’uomo e al suo accompagnamento in carcere.
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