Resta in carcere Ijaz Ikram, il cugino di Saman Abbas, la diciottenne di origine pakistana scomparsa da oltre due mesi dalla sua casa di Novellara (in provincia di Reggio) dopo aver rifiutato un matrimonio forzato in patria.
Gli avvocati del giovane, arrestato a inizio giugno in Francia mentre tentava di raggiungere la Spagna, e attualmente detenuto nel carcere di Reggio, avevano chiesto al tribunale del riesame di Bologna la scarcerazione del loro assistito, ma i giudici – dopo essersi riservati la decisione – hanno respinto l’istanza dei legali, confermando dunque la misura cautelare. La decisione è stata depositata nella mattinata di sabato 10 luglio: le motivazioni sono attese entro 45 giorni.
“Abbiamo contestato la gravità indiziaria che secondo noi non sussiste più, essendosi modificato il quadro di colpevolezza da quando è stata emessa l’ordinanza del giudice per l’indagine preliminare”, avevano sostenuto gli avvocati difensori Domenico Noris Bucchi e Luigi Scarcella nel motivare la richiesta. A quest’ultima si era opposta invece la procura di Reggio, presente in aula con la pm Laura Galli, titolare del fascicolo d’inchiesta.
Gli inquirenti sono convinti che Saman Abbas sia stata assassinata da uno o più membri della sua stessa famiglia e che il suo corpo sia stato successivamente sepolto da qualche parte nella Bassa Reggiana, anche se gli sforzi nelle ricerche finora non hanno ancora portato al ritrovamento di quella che è ormai considerata una vittima di omicidio.
Per la scomparsa della ragazza sono attualmente indagati con l’accusa di omicidio premeditato, sequestro di persona e occultamento di cadavere i genitori della giovane (scappati in Pakistan e destinatari di un mandato di cattura internazionale), lo zio (ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio e ancora latitante) e due cugini della ragazza: uno ancora latitante, l’altro appunto Ijaz Ikram, l’unico in arresto tra gli indagati.
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