La Chambre de l’Instruction della Corte d’appello di Parigi, l’organo giudiziario chiamato a decidere sulle richieste di estradizione dalla Francia, ha fissato al prossimo 20 ottobre la seconda udienza per il caso di Danish Hasnain, lo zio di Saman Abbas, la diciottenne di origine pakistana scomparsa nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio dalla sua casa di Novellara, in provincia di Reggio, dopo essersi opposta a un matrimonio combinato in patria che la famiglia voleva imporle facendole sposare un cugino.
La corte, nel frattempo, ha chiesto all’Italia un complemento di informazione sul caso. Hasnain, accusato di sequestro di persona, lesioni e omicidio, ha negato tutte le accuse a suo carico.
Nonostante il corpo della giovane non sia mai stato ritrovato, gli inquirenti italiani sono convinti che la ragazza sia stata assassinata da uno o più membri della sua stessa famiglia e che il suo cadavere sia stato successivamente sepolto da qualche parte nella Bassa Reggiana.
Sono cinque, al momento, le persone indagate a vario titolo con l’accusa di omicidio premeditato in concorso, sequestro di persona e occultamento di cadavere. Oltre ad Hasnain, arrestato lo scorso 22 settembre dalla polizia francese alla periferia di Parigi e ritenuto l’esecutore materiale del presunto delitto, la lista comprende anche i genitori della ragazza, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen (ancora latitanti dopo essere fuggiti in Pakistan all’indomani della scomparsa della figlia, ed entrambi destinatari di un mandato di cattura internazionale) e due cugini della giovane vittima. Uno di questi, Nomahulaq Nomanhulaq, ancora latitante e ricercato in tutta Europa, potrebbe essere anch’egli a Parigi; l’altro invece, Ijaz Ikram, è stato fermato e arrestato a inizio giugno in Francia mentre tentava di raggiungere la Spagna, ed è attualmente detenuto nel carcere di Reggio.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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