Con una lettera al quotidiano toscano La Nazione, anche la ragazza di Siena vittima dello stupro di gruppo costato (a oggi solo in primo grado) la condanna a 6 anni di carcere al neocalciatore della Reggiana Manolo Portanova è intervenuta nella polemica sulla radiocronaca del gol realizzato domenica dal centrocampsta (leggi e ascolta).
«Mi chiedo se il radiocronista abbia una moglie o delle figlie. In tal caso mi domando: se fossero state al mio posto queste parole dovute alla gloria di fronte ad un gol gli sarebbero scappate ugualmente? E loro lo avrebbero ipoteticamente scusato nel sentirgliele pronunciare? – scrive la giovane – Non si tratta di sentirsi offesa. Si tratta di realizzare ancora una volta quanto manchi il rispetto per le vittime di violenza sessuale e, in questo caso, il rispetto per tutte le donne. Si tratta di sentirsi amareggiata ed arrabbiata comprendendo che siamo ben lontani dal cambiamento. È altresì deprimente notare come il maschilismo patriarcale, di cui tutto ciò è intriso, affonda le radici in affermazioni come queste. Ed è in un momento così che mi chiedo se noi donne siamo ancora ben lontane dal far valere le nostre battaglie… ma noi siamo una ’famiglia’ unita, non fermiamoci mai di fronte a tutto questo».
«Si tratta di soffrire di fronte a certe affermazioni comprendendo che probabilmente è vero, quello della violenza sulle donne è un fenomeno ancora preso molto, anzi moltissimo alla leggera, nel nostro Paese. Si tratta di fare un piccolo passo avanti e 5 indietro a causa di un risveglio domenicale in cui la prima cosa che vedo è una radiocronaca in cui vengo tirata in ballo pur se non c’entro nulla, in cui la mia battaglia viene sminuita di fronte ad un gol, in cui si parla di polemica e non di una condanna in primo grado a sei anni, con rito abbreviato».
«Se un gol riabilita da uno stupro e si festeggia non abbiamo speranza», concludea la ragazza chiedendosi se sia opportuno proporre il giocatore «come figura eroica ai giovani della sua squadra e pure alle giovani tifose» e ringraziando «chi mi è vicino, la (fortunatamente) maggior parte delle persone che ha reagito a tale episodio, la mia famiglia che colma di dolore non si è trattenuta di fronte all’ennesima pugnalata e infine tutte le donne: loro sanno perché».
Queste persone non sono degne di svolgere il.proprio lavoro….il.calcio….non può ignorare la brutalità dell’atto compiuto…