Caso di West Nile nel Reggiano: anziana di 80 anni in ospedale

arcispedale ospedale Santa Maria Nuova Reggio Emilia front

La Direzione dell’Azienda Usl di Reggio Emilia ha reso noto oggi, venerdì, che nella nostra provincia è stato diagnosticato un caso di malattia da West Nile. La paziente ha 80 anni ed è attualmente ricoverata in condizioni stabili nel reparto di Malattie infettive dell’arcispedale Santa Maria Nuova.

Il primo caso di West Nile, in provincia di Reggio, era stato registrato nel 2022. Secondo l’ultimo bollettino epidemiologico diffuso dal Centro Studi Malattie esotiche presso l’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise, da maggio di quest’anno – inizio della sorveglianza – a fine luglio sono stati segnalati in Italia 28 casi confermati di infezione da West Nile Virus nell’uomo; di questi, 16 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (7 in Emilia-Romagna – 5 a Modena, 1 a Piacenza e Ferrara – 4 in Veneto, 2 in Puglia, 1 in Friuli-Venezia Giulia e in Lombardia, 1 caso importato dagli Stati Uniti), 7 i casi asintomatici identificati in donatori di
sangue (7 Emilia-Romagna, tutti a Modena), 4 casi di febbre (1 Pordenone, 1 Treviso, 1 importato dall’Oman e 1 dal Marocco) e 1 caso asintomatico (Modena). Tra i casi confermati sono stati notificati 2 decessi (1 Veneto, 1 Friuli-Venezia Giulia).

La malattia si trasmette attraverso la puntura di una zanzara infetta e non da persona a persona. Il virus è veicolato dalle zanzare comuni (culex) che compaiono nelle ore serali e notturne.

Dal momento della puntura della zanzara infetta, il periodo di incubazione varia fra 2 e 14 giorni e può arrivare fino a 21 giorni nelle persone immunodepresse.

La maggior parte delle persone infette è asintomatica. Tra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi lievi: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati e manifestazioni cutanee (febbre da West Nile). Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana e possono variare molto a seconda dell’età.

I sintomi più gravi si presentano in meno dell’1% dei casi (1 persona su 150) e comprendono febbre alta, forte mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare una encefalite letale.

La prevenzione

Il contrasto alle zanzare avviene primariamente con l’utilizzo di sostanze contenenti larvicidi e con l’avvertenza di evitare ed eliminare raccolte di acqua stagnante in giardini privati e aree pubbliche.

L’azienda sanitaria opera di concerto con le amministrazioni comunali nello svolgimento delle attività di prevenzione, sorveglianza e controllo, secondo le indicazioni regionali, con particolare riferimento alla disinfestazione ordinaria e straordinaria (trattamenti larvicidi periodici e adulticidi in occasione di eventi).

Non esiste un vaccino per la febbre West Nile, la prevenzione consiste soprattutto nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare. È fondamentale, quindi, proteggersi dalle punture ed evitare che le zanzare possano riprodursi facilmente:

usando repellenti e indossando pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto
usando delle zanzariere alle finestre
svuotando di frequente i vasi di fiori o altri contenitori (per esempio i secchi) con acqua stagnante cambiando spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali
tenendo le piscinette per i bambini in posizione verticale quando non sono usate.

Per maggiori informazioni sugli interventi messi in atto dalla Regione Emilia-Romagna https://www.zanzaratigreonline.it/it.



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