Casalgrande ricorda Farri, sindaco socialista ucciso dai comunisti

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In occasione dell’anniversario dell’uccisione da parte di un gruppo di partigiani comunisti, il 26 agosto del 1946, del sindaco socialista di Casalgrande Umberto Farri, una delegazione dell’amministrazione comunale composta dal sindaco Giuseppe Daviddi, dai membri dell’attuale amministrazione e da diversi consiglieri di maggioranza e minoranza poseranno domenica 25 agosto, alle ore 11, garofani sulla tomba dell’ex primo cittadino.

Scrive Marco Cassinadri ricordando la figura di Farri: “A quattro anni dall’intitolazione della sala consiliare del Comune di Casalgrande vogliamo ricordare un Sindaco che in anni difficili ha saputo mettere in campo una grande visione tracciando un percorso di emancipazione per il nostro comune.

Il 7 ottobre 1920, dopo alcuni mesi di commissariamento del Comune, venne eletto sindaco sulla base di un programma di pubblica utilità, creando un clima di collaborazione con le opposizioni per il suo sviluppo, una collaborazione per il bene della comunità.
In quegli anni difficili mancava di tutto, e tutto era da riorganizzare, in un quadro di difficoltà sociale molto difficile, per questo cercò di migliorare la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, per rafforzare il senso di comunità e accorciare la distanza tra la popolazione e le istituzioni.

Portò avanti un programma di municipalizzazione dei servizi sociali impostando l’azione su binari di equità, attuò una politica di sviluppo delle abitazioni popolari; in quegli anni infatti spesso il mancato rinnovo dei contrati agrari lasciava molte famiglie prive di lavoro e alloggio, questo disegno permise a molte di loro di non finire in mezzo alla strada.

Di pari passo diede impulso alla creazione della camera del lavoro per favorire l’impiego e il conseguente sostentamento delle famiglie.
Umberto Farri ha avuto la grande consapevolezza che l’emancipazione delle generazioni a venire passava obbligatoriamente dall’istruzione, diede quindi il via alla costruzione delle scuole di Dinazzano e Salvaterra, oltre a creare un patronato scolastico per aiutare bambini e ragazzi dei ceti meno abbienti ad accedere all’istruzione.

Seppe dare anche un grande impulso ai lavori pubblici, attivando in questo modo un processo virtuoso che portò all’impiego di manodopera disoccupata, dando in parte risposta ad una grave piaga di quegli anni.

Per fare tutto questo servivano fondi, con grande coraggio non ebbe paura di contrarre mutui importanti con istituti di credito, impostando anche una seria revisione della fiscalità, improntandola ad un criterio di maggiore equità, chiamando ad un maggiore a contributo i ceti più abbienti.

Umberto Farri non si piegò mai al fascismo, fu uno dei promotori del Comitato nazionale di liberazione dal quale alla fine della guerra ricevette nuovamente l’incarico di Sindaco che venne riconfermato alle elezioni del marzo successivo”.



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