Nell’ultimo anno il costo delle materie prime ha fatto registrare un’accelerazione fortissima, e la recente guerra in Ucraina ha ulteriormente aggravato questa situazione, mettendo in difficoltà tantissimi settori dell’economia italiana, non ultimo quello delle costruzioni.
“Occorrono subito misure per calmierare i prezzi e compensare i maggiori costi sostenuti dalle imprese, altrimenti i cantieri in corso, compresi quelli della ricostruzione del sisma e del Pnrr già avviati, si fermeranno tutti per carenza di materie di prime”: è questo l’allarme lanciato dal presidente dell’Ance dell’Emilia-Romagna Stefano Betti.
Se da un lato l’associazione dei costruttori edili ha chiesto al governo un meccanismo di revisione dei prezzi automatico e strutturale, “a fronte delle misure in essere insufficienti a scongiurare il rischio di un fermo dei cantieri”, dall’altro l’Ance ha chiesto alla Regione Emilia-Romagna un aggiornamento del proprio prezziario alle reali condizioni di mercato. Questo adeguamento, in particolare, secondo Betti “rappresenta un’esigenza ormai indifferibile se si vuole garantire la messa in gara, nei prossimi mesi, di progetti economicamente sostenibili, sui quali le imprese possano formulare offerte congrue. Non ci si stupisca, poi, se le gare per la riqualificazione di scuole, di strade da asfaltare e di opere pubbliche in generale andranno deserte; o se la ricostruzione post-sisma, di cui cade il decennale a maggio, non troverà compimento”.
L’eventuale stop dei cantieri, ha aggiunto Betti, non sarebbe “una scelta, ma una necessità, perché tante aziende di calcestruzzo, bitume, mattoni e acciaio hanno già interrotto le produzioni e le forniture”. A peggiorare ulteriormente lo scenario, inoltre, c’è anche il rialzo dei prezzi di gas e carburante, che sta mettendo in grande difficoltà i trasporti e la gestione delle consegne.
“Il caro materiali rappresenta un serio pericolo per la realizzazione delle opere del Pnrr: stiamo parlando di investimenti che solo nella filiera delle costruzioni dell’Emilia-Romagna superano i 4 miliardi di euro”, ha sottolineato Betti, specificando che la situazione attuale rischia di creare una battuta d’arresto anche nei cantieri privati, così come nei cantieri del Superbonus 110%.
“Gli incentivi fiscali in edilizia hanno consentito una rapida uscita dell’economia regionale dalla crisi pandemica: siamo la quarta regione per investimenti nel Superbonus 110%, con oltre novemila interventi per oltre 1,6 miliardi di euro di risorse investite. Fermarsi ora significa vanificare gli effetti positivi della ripresa economica, e mettere con le spalle al muro un’intera filiera”.
“Siamo consapevoli – ha concluso Betti – della gravità del momento e delle difficoltà che il governo, la Regione e gli enti locali tutti stanno gestendo, anche sul piano internazionale, per porre fine quanto prima al conflitto ucraino, ma il grido di allarme dei nostri territori non si può più ignorare e merita risposte concrete e immediate”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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