Dici Calexico e ti immergi in suoni diversi che spaziano dal jazz al country, dal tex-mex al rock “tumbleweed”, i cespugli rotolanti nel deserto spinti dal vento, che alza i granelli di sabbia spedendoteli negli occhi e fra i denti, scricchiolando. E ci potete trovare echi morriconiani nella loro musica, pure.
Il nome della band? Un pezzo di California e un pezzo di Messico, lo stesso nome della città californiana giusto sul confine messicano, la California del sud.
Joey Burns e John Convertino fondano la band oltre veticinque anni fa, nel 1996, a Tucson, Arizona, anche questa una città a pochi chilometri dal confine messicano.
Chi scrive li ha seguiti i primi anni, dall’uscita di “Spoke” (1997) a “Carried To Dust” (2008), poi con minore frequenza pur avendo mantenuto verso i Calexico un orecchio sensibile.
Il concerto della band americana – in cartellone questa sera al Teatro Valli di Reggio Emilia – è l’occasione per riannodare i fili… con il deserto.
Il “Feast Of Wire Tour” della band americana riprende il titolo del loro album del 2002, ora ripubblicato in versione deluxe.
E mentre scrivo, ho in mente un libro affascinante “Leggende del deserto americano” di Alex Shoumatoff, pagine con echi della musica dei Calexico.
Martedì 24 ottobre ore 20.30
Teatro Municipale Valli – Reggio Emilia
unica data italiana del tour per il ventennale di Feast of Wire
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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