Domenica 29 gennaio si commemora a Correggio il 78esimo anniversario della “Battaglia di Canolo”, che si combatté il 25 gennaio 1945. Questo il programma della giornata: alle ore 9,30, in via Bonacina, deposizione di fiori sul cippo di Vittorio e Vandina Saltini; alle ore 10, con ritrovo in via Canolo (di fronte alla Chiesa), corteo con deposizione di fiori sui cippi e sui monumenti in via Lupi e Sabbietta e in via Canolo; alle ore 10,45, deposizione di fiori al monumento di don Pasquino Borghi. La Banda cittadina “L. Asioli” accompagna il corteo. Alle ore 11, nella Chiesa parrocchiale di San Paolo, la S. Messa; alle ore 12, alla Polisportiva La Canolese, gli interventi di Salvatore Angieri, Commissario straordinario del Comune di Correggio, e Giuseppe Lini, presidente ANPI Correggio; a seguire, letture in ricordo di Aristodemo Cocconi, tratte dal libro “Veglione rosso”, a cura del gruppo teatrale di Casa Spartaco, e “Pranzo Resistente” (gramigna con salsiccia, saltimbocca più arrosto, verdure miste, insalata, zuppa inglese, torte al forno varie, acqua, vino, caffè, digestivi; info e prenotazioni: cell. 347.5028031 – anpi.sezione.correggio@gmail.com – 25 euro).
Aperta anche la “Mostra di reperti della Prima Guerra Mondiale”, ampliata e arricchita con la ricostruzione di oggetti del soccorso sanitario, a cura di Ferrino Manicardi: ore 10-12 e 15,30-20, in via Canolo 46/A.
L’iniziativa si lega idealmente alla commemorazione, che si svolge lunedì 30 gennaio al Poligono di tiro di Reggio Emilia, dove sarà ricordato il 79esimo anniversario della fucilazione di nove martiri – Ferruccio Battini, Romeo Benassi, don Pasquino Borghi, Umberto Dodi, Dario Gaiti, Destino Giovannetti, Enrico Menozzi, Contardo Trentini, Enrico Zambonini – da parte della gendarmeria fascista.
La “Battaglia di Canolo” è un episodio bellico che prese il via nella notte del 25 gennaio 1945, quando erano riuniti in una casa di Canolo i comandanti partigiani Guerrino Cavazzoni “Ciro”, Renato Bolondi “Maggi”, Mario Saccani “Nero”, Raul Incerti “Bobi”, Vasco Guaitolini “Biavati”, Abbo Panisi “Nelson”, Egidio Baraldi “Walter”. L’antefatto si svolge la sera precedente, quando Vittorio Saltini, “Toti”, al termine di una riunione segreta e prima di un altro appuntamento a San Michele di Bagnolo, decide di passare a salutare i suoi famigliari, nella casa colonica del fratello Adalciso, nei pressi di Fosdondo. Non sa che i fascisti lo stanno aspettando, ma quando si accorge della trappola fa in tempo a distruggere il verbale della riunione tenuta la sera prima e tenta di fuggire passando per il fienile. Muore crivellato di colpi, alle otto del mattino. Nel pomeriggio, una sua sorella, Vandina, staffetta partigiana, appena rientrata da una missione vede il cadavere del fratello e si scaglia contro i fascisti rimasti sul posto, gridandogli “assassini” e rimanendo anch’essa uccisa da due colpi di pistola. All’alba del 25 gennaio, la casa di Canolo fu accerchiata da truppe tedesche e fasciste e all’intimazione della resa i partigiani presenti decisero di opporre resistenza. Si scatenò così un durissimo combattimento che si protrasse per un’ora. I partigiani tentarono prima di fuggire da una finestra che dava sui campi, ma la strada venne sbarrata da colpi di mitragliatrice. Poi, sparando e lanciando bombe, uscirono dal portone principale, dileguandosi tra le case vicine e nei campi. Riuscirono a salvarsi quasi tutti, tranne due, che si sacrificarono coprendo la ritirata dei compagni: Vasco Guaitolini morì mentre correva verso una mitragliatrice e con lui Abbo Panisi, mentre stava scavalcando una siepe. Alla fine la casa venne completamente razziata e data alle fiamme.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]