Non è certo la prima volta che il filosofo ed ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari sferza il Pd. Questa volta nel mirino del pensatore veneto sono finite le polemiche interne ai dem sulle prossime primarie che devono individuare il nuovo leader.
Come scrive Il Secolo d’Italia, Massimo Cacciari apostrofa il dibattito congressuale del Pd come un fatto che non interessa a nessuno, anzi ancora peggio: come un “dramma senza contenuti”. Argomenta il filosofo, tra i dem mancano “programmi definiti e grandi personalità che sappiano interpretarli. C’è un clima di disfatta delle sinistre europee che preoccupa ben al di là delle sorti del Pd. Un’onda molto lunga, che ha cause complesse e sta giungendo a riva. Bisogna reinventare la sinistra in Europa: questo è un grande tema sul quale mi sarebbe piaciuto che il Pd si confrontasse. Invece sento solo vecchi slogan e vecchie promesse”.
E aggiunge: “Anche il programma della persona di cui ho più stima, Gianni Cuperlo, è in gran parte quello che presentò Zingaretti tre anni fa, poi perduto nel vuoto totale. Credo che Gianni avrebbe dovuto interrogarsi su questo, forse ci sono vizi di origine che ancora non ci confessiamo. La fase costituente somiglia a un’ennesima conta, sempre la stessa, tra le due anime del Pd che mal si sopportano sin dalla fondazione, quella ex comunista e quella cattolica. Siamo sempre lì. Tutto poi si riduce alla ricerca del nome nuovo, come se bastasse a superare ogni difficoltà”.
Poi sui 2 candidati alla segreteria più forti, Schlein e Bonaccini, ha detto: “Sono della stessa Regione, della stessa istituzione e addirittura l’una è stata scelta dall’altro come sua più prossima collaboratrice. Dico io, ma se vi siete messi a lavorare insieme in Regione – nella fort apache del Pd, che ormai è asserragliato tra Modena, Reggio e Bologna – sarete abbastanza d’accordo tra di voi o no?”. Per di più: “Non si discute di linea politica, né di cultura politica. Qual è la prospettiva italiana in Europa, quale Europa vogliono Schlein e Bonaccini, oltre a dire che sovranisti e populisti sono cattivi?”.
Mentre al contrario la premier Giorgia Meloni, dice Cacciari, “sembra godere ancora di ampio consenso”. Intanto “perché è una persona che ci sa fare: dal punto di vista comunicativo e di immagine è molto meglio di chi l’ha preceduta, e questo conta. Secondo: gli italiani ormai hanno capito tutti che dal punto di vista economico e finanziario i binari sono quelli. Si può scegliere una velocità o un vagone diverso, ma la strada non si cambia”. E fatto da non sottovalutare che “una tradizione politica, brutta o bella che sia, lei ce l’ha. E poi, come dicevo prima, cosa vuole che dica la gente: mi sono pentito di votare Meloni, e voto chi? Bonaccini? Ma dai”.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]