Brigatismi e scandalismi

Nuove

Il tentativo di creare scandalo per ottenere visibilità non è certo nuovo nel marketing delle arti. Lo cantava Franco Battiato quaranta anni fa: “C’è chi si mette degli occhiali da sole per avere più carisma e sintomatico mistero”. Talvolta il tentativo riesce, altre volte no. In ogni caso, occorre che allo scandalo segua il talento. Quello vero. Se c’è.
Quando invece il talento non c’è, restano a terra le miserie dello scandalo. Consiglio agli adulti perditempo una rapida rassegna web del gruppo filo-brigatista: vi troveranno espliciti ammiccamenti ai simboli della lotta armata, la Renault 4 in cui Aldo Moro venne assassinato a sangue freddo la mattina del 9 maggio 1978 utilizzata come logo di fabbrica, il nome (“P38”) che rievoca l’arma prediletta dagli autonomi (non certo dello stragismo brigatista, che denota una certa approssimazione storica) e infine l’esibizione anonima sul palco del circolo Tunnel con tanto di passamontagna.

La rilevante componente reggiana che contribuì alla crescita delle prime Brigate rosse merita un approfondimento analitico del quale credo si dovrebbero occupare gli enti locali reggiani insieme a Istoreco. Invece di inventarsi frequenti sciocchezze sul marchio Reggio, inutili se non in forma di mancetta, la città dovrebbe fare definitivamente i conti con il fenomeno brigatista e la vasta area di contiguità e sostegno ideologico-logistico che è arrivato in varia e certa misura sino ad oggi. Minimizzare il danno arrecato alla sinistra italiana dai “compagni che sbagliano” è autolesionistico perfino ancora oggi. Le baggianate di un circolo Arci con velleità di facile successo mediatico offendono la comunità reggiana nel suo insieme e questo non è accettabile.




Ci sono 2 commenti

Partecipa anche tu
  1. Pacifico

    Sinceramente oggigiorno ho l’impressione che la corrente modaiola sia nera non rossa, anche perché con l’abbondanza che si ritrovano le p38 le darebbero ai bambini per giocarci.

  2. Michele San Pietro

    Trovo scandaloso che un gruppo si esibisca incappucciato ed inneggi al terrorismo e alle dittature. Tutto, compresa la liberta’ di espressione, ha un limite che non deve essere superato.


I commenti sono chiusi.