Al governo “prima hanno deciso di separare la fase dell’emergenza da quella della ricostruzione, ignorando che in un’alluvione le due cose si tengono insieme” e “di fronte alla nostra proposta di una collaborazione istituzionale che mettesse al centro i territori, che aveva funzionato, e bene, nella ricostruzione post-sisma del 2012, hanno fatto una scelta contraria. Ed è parso che il problema fosse dire no all’Emilia-Romagna e non nominare Bonaccini”. Così, in un’intervista a La Stampa, il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, che aggiunge: “Mai come in questi due mesi ho visto confondere il piano istituzionale con quello di partito”.
Il governatore comunque apprezza Figliuolo che “è figura autorevole. Ci siamo sentiti e già all’inizio della prossima settimana lo incontreremo qui in Emilia-Romagna con sindaci e rappresentanze economiche e sociali – spiega -. Occorre lavorare in massima sinergia e recuperare il tempo perso: in Emilia-Romagna le persone sono abituate a rimboccarsi le maniche, ma vogliono risposte”. Per ripartire, all’Emilia Romagna servono “quasi 9 miliardi, di cui quasi 2 immediatamente per gli interventi urgenti. In una settimana esatta abbiamo fornito l’elenco dei 6mila interventi da fare subito su strade, fiumi, versanti franati. Mi aspetto risposte altrettanto rapide”.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]