Bonaccini: senza il Pd non si può vincere

Bonaccini

“Abbiamo perso nettamente, ma Calenda come i 5 Stelle devono porsi il problema che, perdendo come o peggio del Pd, senza il Pd non potranno mai vincere le elezioni in questo Paese”. Lo ha detto il presidente dell’Emilia-Romagna e candidato alla guida del Pd Stefano Bonaccini a Tagadà, su la 7, all’indomani della netta vittoria del centrodestra alle elezioni regionali in Lombardia e Lazio. “Credo che sia meglio guardare avanti. Sono due sconfitte che arrivano dopo la pesante sconfitta delle Politiche. Certificano che il Pd è la forza più rilevante del centrosinistra, con tutti i problemi che ha. Si prenda atto che senza il Pd non esiste un’alternativa alla destra”, ha aggiunto.

Quanto ai problemi interni al partito di cui si contenderà la segretaria nazionale con Elly Schlein, Bonaccini ha detto: “Bisogna chiudere un capitolo e aprirne un altro, serve un cambio di fase, un nuovo gruppo dirigente che rigeneri un partito che ha bisogno di crescere”. Questa classe dirigente va cambiata per un processo naturale. Se avessi perso tre anni fa in Emilia Romagna non avrei più potuto aver ruoli di responsabilità, mi sarei fatto da parte. Senza dover mandare via nessuno, ma serve una nuova stagione, con un nuovo gruppo dirigente”

Già  lunedì sera, a urne ancora calde, in un post sui social il governatore dell’Emilia-Romagna e candidato alla segreteria del Pd aveva scritto: “Grazie a Pierfrancesco Majorino e Alessio D’Amato, a cui davvero nulla si può rimproverare.
La sconfitta di oggi in Lombardia e Lazio è in continuità con quella delle politiche del 25 settembre scorso, con un Pd ancora ripiegato su sé stesso e un centrosinistra diviso che spianano la strada alla destra, che pure è in difficoltà.
Adesso dobbiamo chiudere questo capitolo e aprirne uno nuovo, dove il Pd torna centrale e attrattivo. Dobbiamo farlo con l’orgoglio della comunità che ha perso, ma non si perde e l’intelligenza di chi fa tesoro degli errori e si dà l’obiettivo di tornare a vincere.
Sono convinto che il voto delle iscritte e degli iscritti di questi giorni sia già un forte segnale della voglia di cambiamento e sono convinto che dalle primarie del 26 febbraio – alle quali potranno partecipare tutti i nostri elettori – verrà un’ulteriore spinta in questa direzione.

Qualcuno ha detto che i migliori del Pd non starebbero con me, indicando persone che sono state protagoniste negli ultimi anni di questa serie di sconfitte. Io non ce l’ho con nessuno, ma voglio aprire una storia diversa. Perché in democrazia il meglio o peggio dipende dal fatto che si vinca o che si perda: il giudizio lo danno i cittadini, non vale l’autovalutazione.
E mi rivolgo anche alle altre forze di opposizione: dobbiamo cominciare a pensare a battaglie comuni per dare all’Italia un progetto alternativo alla destra. Il nuovo Pd che stiamo costruendo avrà al centro lavoro, scuola e sanità pubbliche: su questo, 5Stelle e Terzo Polo sono pronti a impegnarsi con noi in Parlamento e nel Paese?”.