Da lunedì 27 aprile, in Emilia-Romagna (fatta eccezione per Piacenza), così come in tutto il Paese, potranno ripartire le imprese e i distretti del settore manifatturiero la cui attività sia rivolta prevalentemente all’export e le aziende del comparto costruzioni per i soli cantieri di opere pubbliche su dissesto idrogeologico, edilizia scolastica, edilizia residenziale pubblica e penitenziaria. Lo potranno fare solo se in condizioni di rispettare i protocolli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro firmati dal Governo e da tutte le parti sociali sui due settori tre giorni fa, il 24 aprile, inviando una comunicazione ai Prefetti. Ne dà notizia la Regione, dopo la cabina di regia alla quale ha partecipato il presidente Stefano Bonaccini.
Ciò, però, non potrà accadere nella provincia di Piacenza, dove sono tuttora in vigore le misure regionali ulteriormente restrittive, anche per le attività economiche.
«E’ stata accolta la nostra proposta, che in Emilia-Romagna avevamo condiviso con tutte le parti sociali poi avanzato al Governo, anche a nome delle altre Regioni. Cioè la possibilità di far ripartire anche prima due settori – le filiere a maggior valenza internazionale e le costruzioni, riferite alle opere pubbliche – e di farlo attraverso comunicazioni alle Prefetture». Lo dice Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna al termine della cabina di regia con il governo.
La possibilità è prevista in una comunicazione inviata dai ministri Roberto Speranza (Sanità), Stefano Patuanelli (Sviluppo economico) e Paola De Micheli (Trasporti) alla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, nella quale forniscono l’interpretazione autentica su quali siano le attività di rilevanza strategica per l’economia nazionale da autorizzare fin da subito se in grado di ripartire rispettando a pieno le misure anti-coronavirus previste nei protocolli di sicurezza.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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