Il sindaco di Bologna Matteo Lepore, in occasione della presentazione delle commemorazioni per il 42° anniversario della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, ha detto che “la strage fascista merita verità e un riconoscimento politico e istituzionale. Credo che 42 anni dopo questa non sia più una storia de derubricare, e che non ci sia un passato da mettere nel cassetto, perché non ci dobbiamo dividere”.
Quella mattina una bomba deflagrò alle 10.25 in una sala d’aspetto della stazione ferroviaria, causando 85 vittime e il ferimento di oltre 200 persone, in quello che è considerato ancora oggi il più grave atto terroristico avvenuto in Italia nel secondo dopoguerra.
“Questo è un 2 agosto molto importante”, ha aggiunto Lepore: “Perché è un 2 agosto della verità, un 2 agosto del riscatto, un 2 agosto nel quale noi racconteremo come grazie al lavoro straordinario della procura generale e delle istituzioni, che finalmente hanno riscattato la dignità del percorso processuale, si è arrivati a una verità che ha ricostruito come nel nostro Paese e nella storia della nostra Repubblica ci siano state parti dello Stato che hanno depistato, coperto la verità attorno alla strage per 42 anni”.
Il primo cittadino ha poi annunciato il programma della giornata, che si aprirà in consiglio comunale con i familiari delle vittime, il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi e il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. A seguire prenderà il via la tradizionale marcia in corteo fino a piazza delle Medaglie d’Oro, dove si trova la stazione centrale di Bologna: “Invito davvero tutte le bolognesi e i bolognesi a partecipare a questo 2 agosto, perché sarà molto importante”, ha concluso Lepore.
Lo scorso aprile la sentenza di primo grado del cosiddetto “processo ai mandanti” ha condannato all’ergastolo l’ex militante di Avanguardia Nazionale Paolo Bellini, ritenuto tra gli esecutori materiali della strage in concorso con i tre militanti dei Nar (Nuclei armati rivoluzionari) Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, già condannati in via definitiva, e con l’ex Nar Gilberto Cavallini, condannato finora solo in primo grado. La procura generale di Bologna considera invece Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi i mandanti, i finanziatori o gli organizzatori dell’azione terroristica: ma essendo già tutti deceduti i quattro non sono più imputabili.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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